carne o non carne, fast fashion, km zero cosa ne penso

Oggi vi voglio parlare di un piccolo grande cambiamento che da un po’ di tempo è avvenuto nella mia vita. Prendo come punto di riferimento (anche se ovviamente il mio cambiamento è avvenuto molto prima) il video di Francesca che sul suo canale The Bluebird Kitchen ha postato: ‘Perché non mangio più carne’.

FERMI LI’! NON SONO DIVENTATA VEGETARIANA E NON E’ NEMMENO UN POST INCENTRATO SULLA CARNE MA

siccome è un video che attraversa vari punti che fanno tutti parte di un’unica consapevolezza, mi sembra un buon punto di partenza per spiegare anche le mie motivazioni. Riassumendo Francesca, dopo essersi documentata (e sotto al video trovate i vari link) ha raccontato un po’ cosa si cela non solo dietro tutta la moda usa e getta (aspetti che già un po’ conoscevo) ma anche dietro al nostro modo di consumare il cibo. Conoscevo già alcuni lati negativi degli allevamenti intensivi ma in effetti mi era sfuggito l’aspetto ambientale, ossia il fatto di depauperare la terra di tutte le sue risorse a una velocità sempre maggiore. Il discorso è un po’ complicato e vi consiglio di guardare il video dove viene spiegato molto meglio e soprattutto senza quel tono accusatorio o superiore che si ritrova solitamente nei video del genere (motivo per il quale l’ho ascoltato davvero con piacere).

Diciamo che da un po’ di tempo cerco di essere un po’ più consapevole dei risvolti delle mie scelte di consumatore, sia per me stessa sia per lasciare un mondo un po’ più decente a mio figlio. Sulla moda low cost si potrebbe aprire un grande capitolo dallo sfruttamento dei lavoratori fino agli ingenti danni all’ambiente (visto che in certi Paesi non ci sono leggi sullo smaltimento delle sostanze nelle fabbriche) ma non è questa la sede. Sarei bugiarda a dire che non entro mai in uno Zara o in un H&M (o che prima di acquistare un brand vado a spulciare per capire da dove arrivano i loro prodotti), però diciamo che ho colto il lato positivo di questa nuova consapevolezza tirando le seguenti conclusioni:

– ho smesso di comprare pezzi di guardaroba da poco che poi vestono male e si rovinano alla velocità della luce

– ho smesso di riempirmi di abbigliamento che mi occupa spazio nell’armadio e indosso una volta ogni morte di papa

– ho smesso di sentire il bisogno di accumulare. Di conseguenza mi godo molto di più quello che acquisto e lo sfrutto il doppio rispetto a prima

– tuttavia per il ninja non posso né voglio spendere più di tanto per un guardaroba che di fatto cambia ogni 8 mesi, ragione per cui acquisto ancora in queste catene. Ogni tanto aggiungo anche pezzi di seconda mano (però non se ne trovano più di tanto) e pezzi invece più costosi di aziende fantastiche ma che appunto non possono comporre tutto il suo guardaroba. Per quanto mi riguarda qualcosina da Zara lo prendo ancora perché mannaggia quanto mi piace Zara! Però davvero ho ridotto drasticamente.

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pic via themerrygoround.com.au

Passando all’aspetto food, non chiedetemi di diventare vegetariana né tantomeno vegana. Io sono onnivora, mi piace variare e trovo che il cibo sia un elemento importante non solo per sopravvivere ma anche come momento conviviale e di esplorazione del mondo, infatti mi piace provare tutte le cucine sia quando viaggio sia comodamente nella mia città.

Il mio piccolo contributo è dato dalla scelta di quello che acquisto. In particolare compro sempre meno carne al supermercato e sempre più in allevamenti locali che rispettano animali e ambiente. Se siete di Bologna o dintorni, in particolare io vado qui e qui. Tra l’altro devo dire che come sapore è davvero un altro mondo!

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Pic via @golinelli1975

Per quanto riguarda frutta e verdura, da un bel pezzo compro quasi esclusivamente locale ma da qualche mese ho provato un servizio che mi piace moltissimo. Non è una collaborazione e ve ne parlo proprio perché è un bellissimo progetto: Local to You. Ogni settimana si può scegliere tra 3 dimensioni di cassetta contenente verdura a km zero e biologica, alla quale aggiungere eventualmente anche la frutta, e con la possibilità di sostituire alcune varietà che magari non vi piacciono. La cassetta viene poi consegnata a domicilio. Oltre alla comodità, oltre a tutti gli aspetti positivi del bio e km zero, questo servizio fa sì che consumiamo molti più prodotti di stagione che normalmente io avrei snobbato. Sono diventata decisamente più sperimentatrice in cucina e ho scoperto nuovi sapori e abbinamenti (che poi il prodotto di stagione ti dà tutti gli elementi nutritivi giusti per quel periodo dell’anno). Ovviamente questa realtà riguarda solo Bologna e dintorni ma sicuramente ci sarà qualcosa di valido anche nelle altre regioni.

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pic via @localtoyou.it

Ecco in sintesi qual è stato il mio cambiamento, che ovviamente si ripercuote positivamente anche sul resto della famiglia. E’ un contributo davvero piccolissimo lo so bene ma per natura non sono mai stata un’estremista su quasi niente e anche in questo caso mi pongo nel mezzo, e francamente mi danno anche molto fastidio quelli che prendono una posizione e sparano a zero verso chi non ha fatto la loro scelta.

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pic via movimente.it

Mi piacerebbe sapere qual è il vostro punto di vista 🙂

6 pensieri riguardo “carne o non carne, fast fashion, km zero cosa ne penso”

  1. Ciao tesoro,
    Letto tutto d’un fiato. Che dire? Anch’io vivo la vita come te e la Francy. Da anni ormai non acquisto più capi delle grandi catene, che si costano poco ma durano poco e nemmeno mi piacciono così tanto alla fine. Non sento più il bisogno di comprare venti magliette a 5 €, oggi di magliette ne prendo 2 a 80 €, ma poi mi piacciono e le sfrutto per anni. Stessa cosa per il marito. Prima acquistavo 10 polo a 10 €, oggi di polo magri ne prendo due e spendo 200 € ognuna (Lacoste) ma poi so che gli durerà una vita. Per quanto riguarda il cibo sono già brava da anni, sia per quanto riguarda cosa acquistare sia per quanto riguarda stagionalità e spesa. Però nemmeno io riesco ad essere vegetariana. La carne mi piace, poca ma mi piace,L; cerco però di comprarla dal produttore locale. Visto il costo la prendo quando è in offerta e riesco a sfamare bene sia me che quel bestione dj marito che ho ❤

    1. Ciao Eli,

      lo so che tu sei brava e parsimoniosa (a differenza mia :-P) comunque scherzi a parte non credo si debba diventare tutti vegetariani, basta andare a letto con la coscienza pulita!
      Un bacione
      Manu

  2. Manuela la penso esattamente come te. Dove posso “metto una pezza” in maniera coscienziosa. Tramite Campagna Amica o Kalulu compro qui su Roma frutta e verdura km 0. Mangio non più di 2 volte a settimana carne bio da allevamenti di zona che conosco.
    Sul vestiario cerco di privilegiare il poco ma buono e soprattutto Made in Italy. Anche per mio figlio. Ma si fanno salti mortali per non spendere capitali, ed a volte si prendono “cantonate”. Vedi il marchio IRGE ad esempio. Ricordo mio nonno che aveva pigiami di tale brand. Lo acquisto sicura che avesse mantenuto la produzione in Italia ed invece è fatto in paesi al di fuori della Comunità europea. Oppure ci sono realtà ( sempre per bimbi) come Ellepi o Fantasy che ti chiedi: ma che ci vuole a metter su un e commerce decente? Oppure, ma che distribuzione a cavolo ha? Molte aziende italiane diciamolo, si perdono nei bicchieri d’acqua in quanto a marketing e distribuzione. E non hanno alcuna attenzione verso le nuove realtà social. Ad esempio lo sapevi che esiste un artigiano italiano che fa camerette bimbi di qualità a prezzi concorrenziali ed ha da poco fondato questo marchio Raffaello? Un suo lettino bianco semplice costa sui 130 euro. E paragonato all’istagrammatissimo Gulliver di Ikea 99 euro è proprio un altro pianeta. Come se paragonassi una Mazda sgangherata ad una Maserati.

    1. Ciao Laura e grazie per aver commentato 🙂
      Hai pienamente ragione sulle aziende italiane e il marketing: a volte è veramente carente! Non conosco questo brand di camerette ma mi interessa moltissimo quindi vado sicuramente a vedermelo.
      Un bacione!

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