di cambiamenti, rinunce e conquiste

Mamma mia quanto tempo è passato dall’ultimo post! Portate pazienza, lo sapete che ho dei periodi di black out, non tanto perché non abbia cose da dire quando perché ne avrei troppe e a volte troppo personali.

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Ebbene sì, sono in una delle mie fasi di transizione. Essendo una persona che ama il cambiamento, vado ogni tanto incontro a questi periodi dove posso letteralmente vedermi avanzare in un tunnel aspettando di uscire dall’altra parte. A volte degli eventi nella vita fanno sì che si inneschi quel cambiamento che magari era già iniziato ma si stava arenando oppure era pronto dentro di noi e aspettava solo il là.

Senza farla troppo lunga, vi  avevo già parlato dei miei piccoli grandi cambiamenti per uno stile di vita un attimo più sostenibile qui. Posso ora aggiungere altri progressi relativi all’alimentazione, questa volta più che altro per motivi egoistici. Sto lentamente modificando il mio (e in parte anche quello del resto della famiglia) regime alimentare per due motivi sostanzialmente. Il primo è che mi sono – se così si può dire – appassionata all’argomento della prevenzione dei tumori attraverso l’alimentazione.

Ho scoperto il dottor Franco Berrino – medico che si è dedicato principalmente all’epidemiologia dei tumori – e guardando i suoi video mi si è aperto un mondo. Ora premetto, non so e non credo che quest’uomo abbia avuto modo di crescere dei bambini perché propone cose un po’ fuori dal mondo a mio modesto parere, ma sicuramente offre un bagaglio di conoscenze che anche se applicato solo in parte è già un grande cambiamento in meglio per il nostro corpo.

Riassumento le mie modifiche al modo di mangiare sono state:

1 – Meno carne e salumi. Vegetariana non mi avrete mai ma vista la correlazione tra carni rosse e tumore all’intestino – che purtroppo mi è familiare – ho drasticamente ridotto il consumo di carne rossa compreso il mio amatissimo prosciutto crudo. Di conseguenza ho aumentato molto le ricette con la verdura anche se onestamente manco ancora molto di fantasia in questo campo!

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2 – Più legumi e frutta secca. Entrambi fanno benissimo e non mi addentrerò nei particolari, se non ad esempio nel fatto che noci, nocciole e mandorle se consumati ogni giorno con moderazione riducono l’assorbimento del glucosio, quindi prova costume a noi!

3 – Tutto integrale. Tutto.

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Rimangono salde alcune schifezze come le barrette di cioccolata o i cereali al cioccolato che si sciolgono nel latte rendendolo -ma guarda un po’ – cioccolatoso. Insomma in salute sì ma depressa no.

Tornando al secondo motivo di cambiamento, l’altro è molto spicciolo e famigliare a noi donne: essere in forma. Questa primavera per la prima volta da anni non ho più tutte quelle paranoie logoranti e inutili sul mettermi in costume. Ho accettato che ho una diastasi di 4 cm e finché non la opero non renderà mai la zona ombelico come piacerebbe a me, ho accettato che sono una mamma e ho superato i 30. Ho capito che il cambiamento fisico non avverrà mai se prima non c’è un solido cambiamento mentale. Non rosico più davanti alle foto di Belen in costume, caxxo ma sta gente i figli li partorisce dall’alluce?

Insomma una volta accettate tutte queste premesse, mi sono sentita pronta per un nuovo regime di allenamento che mi piace, non mi pesa più di tanto e non mi fa venire ansia sui risultati perché comunque mi fa sentire bene. Ho aggiunto al mio amatissimo pilates e alle passeggiate col cane, un video che ho scoperto per puro caso  che si chiama: ‘Dimagrire la pancia camminando a casa‘; dura 35 minuti e con varie modalità di pseudo camminata fa fare gli addominali. Lo trovo fattibile e divertente, oltre che molto efficace! In generale sul canale ‘Benessere 360’ ci sono un sacco di video di tutti i tipi e per tutti i gusti quindi se siete in cerca di un allenamento da fare casa ve lo straconsiglio.

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Questi sono alcuni dei cambiamenti maggiori, insomma io a mangiare il tofu mi sento un’eroina ve lo devo dire. Ho riscontrato più volte che tutto nella vita è questione di abitudine. E io mi sto decisamente abituando e senza neanche tutta questa fatica. Fatemi sapere se anche voi state o avete affrontato qualche cambiamento simile! Alla prossima 😉

 

le vere influencer partoriscono così

Non so se conosciate i SacconeJolys, trattasi che io sappia della famiglia più nota del mondo di YouTube: immaginatevi una sorta di The Truman Show che ha come protagonisti una coppia, i loro due figli e 6 o 7 maltesi.

Questa famiglia vive attualmente a Londra, città nella quale è recentemente nata la loro ultima pargola, chiamata Alessia (Anna Saccone è mezza italiana quindi i suoi bambini si chiamano Emilia, Eduardo e appunto Alessia). La mia opinione su di loro è incoerente, nel senso che se da un lato li trovo simpatici e ho grande rispetto per il loro lavoro, dall’altro non esporrei mai e poi mai i miei figli a un tale pressing mediatico. In onda tutti i giorni, non sembrano esserci molti momenti vissuti privatamente, nell’intima e ‘banale’ felicità di una famiglia.

Ad ogni modo non sono qui per giudicare le loro scelte, bensì perché dopo aver visto i video (due) dedicati all’ultimo parto di Anna, la mia reazione è stata più o meno questa

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Partiamo dall’inizio: il parto è stato programmato e non chiedetemi il perché, al terzo parto naturale, si decida di programmarlo e indurlo quando tutto va bene (cosa che se non erro è accaduta anche la volta precedente e forse quella prima). I due arrivano in quella che dovrebbe essere una camera di ospedale (privato, al centro di Londra). Ecco vi assicuro che ho soggiornato in hotel che erano più brutti di quella camera. La modesta sistemazione è composta da stanza per lei (con letto, una grande finestra, armadio con dentro brandina per ospite, mensole e tv bella grande), un mini corridoio, un salottino con un’altra tv e cesto di frutta fresca e – suppongo – bagno.

 Si parte con l’induzione, nel frattempo lui filma, chiacchiera e arriva un vassoio col the. Lei intanto si guarda allo specchio del telefono e si sistema; cosa sistemi non si sa visto che è perfetta dal trucco alla piega, nella sua camicia da ospedale rosa a pois.

Passa un po’ di tempo e arrivano le contrazioni. Lei cammina, fa qualche leggerissima smorfia ma nel frattempo ride, fa battute e accenna anche a qualche esercizio di workout della sua personal trainer.  Nel frattempo le contrazioni aumentano, ad esempio se penso a me a 4 cm stavo già vedendo la morte in faccia – per dire – e dalla mia espressione si poteva senz’atro evincere quanto mi sentissi in forma. Ancora pensando a me, avrei senza dubbio tollerato con piacere marito fare battute, filmare e parlare della pesca d’altura, sempre per dire. Lei invece, stoica, sembra non far caso al continuo bla bla del compagno e si limita a fare i suoi respiri in tutta tranquillità.

Arriva poi il momento dell’epidurale. Ok, io non l’ho fatta quindi non so come sia, ad ogni modo ecco che sul volto di Anna – sdraiata a letto con monitor – vedo finalmente comparire un’espressione di dolore. Ma non dolore tipo me che urlavo come un bonobo nella giungla, bensì un dolore composto, misto tra ‘tengo botta’ e ‘tanto mi tocca’, fatto di silenzio e strusciamento di piedi. Per la prima volta mi sembra di interpretare il suo sguardo mentre fissa un punto nell’orizzonte e il marito davanti a lei continua a muoversi, riprendere e parlare senza sosta di sticazziemazzi; ho perfino visto un lampo della serie: ‘Stai mica zittito un minuto brutto demente’ ma forse è solo una mia impressione.

Ecco che infine è ora di spingere. Voi come avete spinto? Io posso fieramente dire di aver urlato all’ostetrica: ‘toglietemelo cazzo’, roba che Audrey Hepburn si è rivoltata nella tomba. Ero paonazza, sudata, nuda.

Lei? Spinte concentrate e silenziose, occhi chiusi mentre si contrae, occhi aperti e deliziose labbra arricciate mentre respira tra una spinta e l’altra. Trucco perfetto ca va san dire! Alessia nasce e tutto il web può vederla fare il suo primo respiro in questo mondo. Di nuovo mi chiedo come si possa voler condividere con chiunque un momento così privato, ma di nuovo non voglio giudicare e mi faccio i fatti i miei.

Anna Saccone Epi

pic via annasaccone.com

Le uniche conclusioni sono:

– se avrò mai un altro figlio voglio l’epidurale

– ditemi che brand ha usato per la base perché lo voglio

– più cesti di frutta fresca in sala travaglio per tutte

ps. se dopo il mio post avete deciso di voler partorire in un ospedale privato a Londra, ecco qui il posto.