#mom-to-be 10 (Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo)

Vi preannuncio che i prossimi post verteranno per la maggior parte sul tema diario/bambino perché lavoro molto e non faccio cose particolarmente degne di un post sul blog, quindi vi cuccate la panza.

Come forse saprete non abbiamo ancora scelto un nome e francamente ci siamo parecchio arenati. Mi ha fatto sorridere che al corso preparto tutte le donne in attesa di una femmina avessero scelto il nome, mentre una buona metà di quelle col maschio fossero ancora in alto mare. Secondo me il fatto è coi nomi da uomo, così come con l’abbigliamento, ci si può sbizzarrire un po’ meno salvo ovviamente nomi del tutto improbabili. Aggiungo che mio marito ci tiene particolarmente a lasciare intatto il nostro piccolo club M: le sue e le mie iniziale sono MM, e pure il cane inizia con la stessa lettera. Sinceramente fosse per me sceglierei un nome proveniente dalla mitologia greca che io amo tantissimo, in particolare penso ad Achille ed Ettore. Il problema coi nomi è che evocano concetti e/o persone completamente diversi. Ergo se io penso ad Achille immagino questo:

Brad-Pitt-Troy-Swordman

Mentre mio marito immagina questo:

bocciofila

E allo stesso modo ognuno tra parenti, amici e conoscenti, ognuno si sente in dovere di dire la sua ogni qual volta io gli dica quali nomi abbiamo in mente.

Nessun nome da uomo con la M mi fa battere realmente il cuore, tranne quello di mio marito ovvero Mattia che ovviamente è già preso, tuttavia trovo carino rimanere nel clan e mi sto sforzando di sceglierne uno. Al momento ne sono rimasti due in ballottaggio, io conto sull’effetto ‘madre e moglie moribonda che ha appena partorito e come fai a dirle di no’ … Vedremo.

E a proposito di donna moribonda e partoriente, oggi sono andata a farmi la pedicure e mentre ero dentro si è affacciata una delle ragazze chiedendomi quale fosse il termine: la mia estetista che ormai mi conosce ha prontamente risposto per me, e la ragazza (che ha un bimbo) non ha fatto il solito commento sul caldo, bensì mi ha guardato seria e truce chiedendo: ‘Hai prenotato l’epidurale?’

Mi sono sentita quasi in colpa a dirle di no ma in compenso ho prenotato l’ostetrica, va bene lo stesso?! Sia chiaro io non ho assolutamente nulla contro l’epidurale e la mia è una scelta dettata da motivi personali su cui preferisco non dilungarmi, ma ecco diciamo che la sua domanda e il suo tono non hanno contribuito ad alleggerire la mia paura del parto 😛 Nella mia testa l’ostetrica è una sorta di figura mistica che oscilla tra Babbo Natale e Santa Teresa e che mi aiuterà a uscirne viva ad affrontare con determinazione e una certa serenità questa esperienza. 

Ad ogni modo, tra le frasi da non dire ad una donna incinta aggiungerei: ‘L’hanno fatto tutte, puoi farlo anche tu’. Perché l’istintiva risposta per me sarebbe: ‘E grazie al xf#òm!’ Il punto infatti non è riuscire a farcela, perché è chiaro che il corpo è programmato per partorire con dolore, il punto è viverla come un’avventura sì difficile ma anche bella e speciale, senza farsi prendere dal terrore e dall’ansia che contribuirebbero solo ad aggravare il male e allungare il travaglio. Ognuna ha giustamente il suo modo di affrontare psicologicamente la cosa, per me è come un difficile sentiero da trekking: serve l’attrezzatura giusta, il giusto compagno, la giusta motivazione, una fiducia incrollabile nelle proprie capacità e la consapevolezza di quale sia la meta. E voi invece come la vivete o l’avete vissuta? Sono curiosa ^_^

 

17 pensieri riguardo “#mom-to-be 10 (Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo)”

  1. Ma brava Manu!!! davvero lodevole il tuo pensiero…ovvio che partendo da pensieri positivi sarà tutto il discesa. è un bel percorso il parto è vero!!
    io per Vittoria ero un po’ come te anche se la visita per l’epidurale l’avevo fatta, solo in caso per sentirmi mentalmente più sicura in caso non ce l’avessi fatta (avrei avuto un paracadute!) per Beatrice storia a parte (che non ti racconto però!)
    parliamo di nomi va…noi abbiamo deciso sempre dopo averle viste e il ruolo di madre e moglie moribonda ha aiutato in entrambi i casi hihihihihihi…
    anche se ad essere sinceri Beatrice è rimasta senza nome per almeno 2 ore dopo la nascita perchè proprio non riuscivamo a deciderci, con le ostetriche che continuavano a chiederci se avevamo deciso…comico! io la guardavo e dicevo ” sì sì si chiama Matilde” l’ostetrica si avvicinava per scrivere il nome ed io dice “no no aspetti…non ha la faccia da Matilde, aspetti va….la chiamiamo Costanza!” lei prendeva il pennarello ed io “no no aspetti un attimo non sono sicura!!!” siamo andati avanti così per un po’ e poi alla fine è stata BEATRICE!!
    In ogni caso Manu sarà un’esperienza UNICA, senza precendenti e senza eguali!
    un caro abbraccio
    Vale

    1. ahaha mi hai fatto morire Vale, immagino la scena! Pensa che se avessimo avuto una bimba eravamo entrambi innamorati di Matilde, e così sarà se mai succederà.
      Ti abbraccio forte

  2. Ciao! E’ la prima volta che passo di qui, ma ti seguo da un pò su Instagram. Sai che il mio fidanzato ha sempre detto che se avesse avuto un bimbo avrebbe voluto chiamarlo Ettore? 🙂 Io, all’inizio, lo odiavo…ora invece non potrei cambiare nome! 🙂 Ti consiglio di puntare sull’effetto “mamma moribonda”! Auguri!

  3. Cara Manu ti seguo da un po’…….
    nomi: quella grande sagoma di mio nipote si chiama ACHILLE!!!!! Ovviamente voto a favore…
    sono a favore anche sulla scelta dell’ostetrica: averne una di fiducia in quei momenti lì è fondamentale. il lavoro grosso lo devi fare tu, ma avere di fronte a te qualcuno con cui magari hai già parlato di cosa ti aspetti e di cosa invece no è una mossa bella astuta.
    Il mio primo parto una tragedia da questo punto di vista, l’ostetrica durante il travaglio usciva dalla sala parto e andava a fumare……durante il secondo parto ho avuto un angelo di fianco a me che nonostante il panico di un parto un po’ precipitoso ha saputo dirmi le cose giuste: ascolta quello che vuole fare la tua bimba e non avere paura.
    Mi ha illuminata e Cecilia è uscita in 16 minuti.

    In bocca al lupo cara Manu.
    Sei splendida.
    Roberta alias MammainCampagna

    1. Oddio l’ostetrica che esce a fumare mi fa rabbrividire… Comunque sì sono molto molto felice della mia scelta, #celapossofare XD
      Un bacio grande cara Roberta, a te e a quel bel manzo di Achille ahaha!

      1. eh dillo a me…..
        la seconda invece mi ha iniziata anche alla fascia porta bebè….e a distanza di 1 anno sto per diventare anche consulente del portare. santa fascia.
        manzo di achille è stratosferico!
        (la mia prima bimba è nata il 31 agosto….. tieni botta…..)

        1. ahaha mio marito non capisce che manzo sia Achille 😛 Tengo botta dai, ho la fortuna di non avere quasi mai male alla schiena e digerire piuttosto bene, però i capogiri e la stanchezza sono all’ordine del giorno.
          Un bacione!

  4. Io ti dico solo che sono mamma da 8 mesi…ma sarei pronta a rifarlo. È un’esperienza meravigliosa…non pensare ora al dolore, all’epidurale. Una volta passato…può darsi che ti mancherà e vorrai rivivere quel miscuglio di emozioni fortissime. Questa è la mia esperienza. Auguri

    1. Beh una volta passato è normale ricordare solo il meglio, il nostro corpo è furbo e le endorfine servono a questo: un meraviglioso trip! Però sai quando comunque devi ancora passarci è normale avere delle paure, ciò non toglie che non vedo l’ora di vedere il mio ranocchio senza nome!
      Buona serata ^^

  5. Io ho fatto così durante il parto: ad un certo punto ho preso e me ne sono andata. Tutti a dirmi che ero concentratissima… Se… io ero proprio estraniata! Forse ho preso un po’ troppo alla lettera l’esercizio di visualizzazione che mi faceva fare l’ostetrica. Però, non so perché, non ho mai avuto paura del dolore e mi sono fidata ciecamente di chi mi era accanto.
    Noi i nomi li avevamo scelti da una vita, però mi piace chi riesce a non scegliere fino alla nascita!

    1. Beh ma a me l’ostetrica ha detto che quando una donna arriva al punto in cui si estranea e, per così dire, entra nel suo trip allora vuole dire che è la svolta e che ci sono le premesse perché il ranocchio esca. Dobbiamo abbandonarci al dolore ed assecondarlo, cosa non scontata naturalmente ma ti confesso che nonostante la paura mi sento stimolata da questa sfida, proprio come un atleta che si prepara alla gara. Un bacione!

  6. Ciao Manu,
    io ti seguo da SETTE anni… Volevo dirti che la storia della scelta del nome nel momemnto post-faticaccia non fa breccia

  7. Ahahahah, mi hai fatto ridere!!
    Personalmente, anche io vivevo il pensiero del parto con ansia, ma anche affrontandolo come una sfida e con un pò di incoscenza/spensieratezza.
    Ad esempio non ho fatto il corso preparto, e tutte a dirmi NONHAIFATTOILCORSOPREPARTOOOOO!!??? E sti ca##i!!??
    Alla fine ho partorito con il cesareo, e mi è dispiaciuto perchè nonostante il dolore penso che il parto naturale sia un’esperienza unica che avrei voluto provare.
    Il nome del maschietto chissà perchè è difficile da scegliere, il mio bimbo si chiama Giovanni e ovviamente non piaceva a nessuno… ma gli sta benissimo! 😉

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