Honeymoon – last but not least

E siamo arrivati alle ultime due tappe del nostro viaggio di nozze.

Da Sydney abbiamo preso il volo per Papeete (Tahiti) via Auckland, e l’indomani ci siamo recati nella splendida Bora Bora. Avete presente quando siete molto stressati e chiudete gli occhi cercando di immaginare scene rilassantissime? Ecco, quei posti dell’immaginazione sono esattamente il ritratto di quest’isola: acqua cristallina, vegetazione ricca, gente ospitale e sorridente, enormi hibiscus che vengono usati anche come decorazioni per i capelli. 

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Purtroppo non abbiamo preso un tempo proprio eccellente, infatti settembre è il mese di transizione tra la stagione secca e quella delle piogge (ovviamente nessuno ci aveva avvertito -_-) ergo è stato ventoso per tutti e quattro i giorni, le correnti erano molto forti e il sole faceva capolino tra le nuvole… va da sé che il giorno più bello è stato quello della partenza, un classicone! Per fortuna avevamo il volo di ritorno verso sera.

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Dopo aver soggiornato a Le Meridien credo che nessun hotel sarà mai all’altezza, sia per estetica che per pulizia e servizi. La nostra camera era un bungalow tipo palafitta sull’acqua col pavimento in vetro. Arredamento a metà tra stile safari e stile marino, con alcuni dettagli da copiare per una casa al mare. 

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Abbiamo acquistato alcuni pareo dipinti a mano.

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L’ultima tappa del nostro viaggio è stata americana, infatti da Papeete siamo andati a Los Angeles e senza fermarci abbiamo preso un altro volo per S. Francisco, ovvero la mia città del cuore negli USA.

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Il motivo per cui amo S. Francisco è che, a differenza di città come New York, non è soffocante pur mantenendo i grattacieli e un’ampia diversità di costruzioni. Le strade sono famose per andare su e giù, attorno ci sono le colline e ovviamente il mitico Golden Gate (percorribile anche a piedi o in bici).

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Lombard Street (vi dice niente il Maggiolino Tutto Matto?!)

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La Chinatown è la più vecchia e grande degli Stati Uniti, un posto veramente surreale dove perdersi a guardare i negozi più strani che possiate immaginare (volete un insetto sotto vetro? I prodotti alimentari più strani essiccati? Dei qualunque-cosa-stiate-cercando? Lì li troverete!).

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Abbiamo anche visitato Alcatraz ed è stata una bellissima esperienza che consiglio vivamente (bisogna prenotare on line almeno due mesi prima, salvo fare file di ore). Si prende il traghetto e si percorrono 2 km prima di arrivare all’isolotto. Lì si fa il giro autonomamente con le audioguide, e tutto è raccontato da ex guardie carcerarie e da un ex prigioniero, da brivido. Io ho da sempre un’attrazione per ex carceri, ex ospedali psichiatrici o ex lebbrosari… Un po’ inquietante ma ognuno ha le sue XD.

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Il famoso Pier 39 è il molo più conosciuto di S. Francisco sia perché è abitato dai leoni marini, sia perché è pieno di ristorantini e negozi di souvenir; lì abbiamo mangiato il favoloso granchio reale! Poi una puntatina da Bubba Gump, la catena ispirata a Forrest Gump, era d’obbligo 😉

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Che dire, un viaggio indimenticabile, 18 aerei e tantissime ore di volo ma ne è valsa la pena per ogni singola meta. L’Australia la consiglio a tutti quelli che come me amano la natura e le sue meraviglie; ne ho vista solo una parte ma conto un giorno di vedere anche il resto! Chiunque volesse un consiglio su queste mete, chieda pure e spero di poter essere d’aiuto.

Quando la creatività è mamma

Oggi vi presento la seconda donna della serie di 4 post sulle ‘mamme creative’.

MIRELA

Lei è Mirela, vive in provincia di Padova e ama la sua famiglia. Un marito col quale è sposata da 5 anni e un bimbo di 23 mesi che si chiama Mattia – un nome al quale sono particolarmente affezionata.

Come tantissimi altri italiani, questa donna ha recentemente perso il lavoro e sta cercando di far sì che il suo meraviglioso hobby creativo diventi qualcosa di più di una passione di vecchia data… Un nuovo impiego forse, una fonte di guadagno in un periodo storico nel quale l’unica scelta che si ha è quella di cercare di sfruttare il cambiamento per tirare fuori tutte le nostre doti. 

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Con una mamma sarta, Mirela ha avuto un’eccellente maestra e tutte le ore passate sotto la macchina da cucire a giocare ‘alla casetta’ sono diventate un prezioso ricordo che segna l’inizio dello sviluppo del suo talento. Sapere maneggiare ago e filo ha significato per lei poter creare da sola tutto ciò di cui aveva bisogno e lentamente le sue doti si sono sviluppate, accompagnate da una fervida immaginazione che le permette  di vedere che cosa potrà venire fuori dalla materia grezza… L’hobby di Mirela ha un nome, si chiama Pezzo Unico e trovo che tante delle sue creazioni siano stupende come bomboniere per un matrimonio o un battesimo… Anche se oltre a quelle c’è molto di più.

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“La mia mente si apre quando vedo un tessuto, un pezzo di legno, un bottone in più. Mi piace riutilizzare/riciclare anche quello che ho disponibile in casa; parto principalmente da un’esigenza e poi la mente vola… e quando prende il volo devo scrivermi tutto sul primo pezzo di carta che trovo perchè è difficile starle dietro!”

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Photos by Luca Stivali (Instagram user: magicsurfer), do not use or copy without permission

https://www.facebook.com/PezzoUnico

http://www.pezzo-unico.it

A presto con la prossima mamma creativa 😉