Tutti vogliono questa vita, tutti vogliono essere… Blogger.

Ciao, mi chiamo tizia e faccio la blogger.

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Vi faccio vedere il mio look apparentemente assemblato in 5 min ma che ho studiato meticolosamente. Vi faccio vedere che giostro le mie giornate tra eventi mondani, colazioni di lavoro e presentazioni di brand e nuovi prodotti.

Vi faccio vedere quante cose mi vengono inviate così che io le ‘recensisca’ e ve ne parli.

And so on…

Premetto una cosa, io non sono nessuno, faccio numeri che non sono malaccio ma sono comuni a triliardi di altri blog e social. Però un fatto ve lo posso dire con certezza: io non faccio la blogger, io ho un blog.

Se la mia affermazione vi sembra banale guardatevi attentamente intorno. Ecco, vi posso assicurare che più della metà di quelle che dicono di ‘fare la blogger’ in realtà – proprio come me – hanno un blog. Un blog richiede impegno, richiede amore e creatività. A mio parere richiede anche un buon uso della lingua italiana… Ma un blog non può chiamarsi lavoro se a fine mese non ti porta uno stipendio, anche che non sia stellare ma che ti porti comunque una rendita. Perché un mestiere pretende orari e scadenze, compensati appunto da un’entrata più o meno fissa. Perciò mi lascia perplessa quando vedo quelle super calate nel ruolo, che tra le righe lasciano intendere che avere un blog equivalga ad essere delle super business woman.

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E mi dispiace che poi tante ragazzine pensino che allora sia facile arrivare a poter dire di fare la blogger (o youtuber) di lavoro, abboccando a tutto il fumo negli occhi che viene lanciato sui social. Senza contare che le wannabe sono spesso quelle che accettano qualunque tipo di sponsorizzazione pur di far vedere che ricevono prodotti. Oggi sponsorizzano uno stile di vita sano e sportivo, e domani il nuovo tipo di Coca Cola. Senza traccia di veri contenuti anche se leggeri (perché io sono la prima che per scelta affronta tutte le tematiche con un taglio leggero), senza altro scopo che quello di mostrare.

Non voglio fare quella che se la crede e dice di chiamarsi fuori: ho scelto di scrivere in una piattaforma virtuale aperta a tutti ed è chiaro che mi auspico un certo riscontro, così come mi fa piacere ricevere like e commenti. Piace anche a me far vedere quando sono fyga che vado all’evento cool. Mi sento sempre un po’ pavona quando mi intervistano. MA non vado in giro dicendo che faccio la blogger, né sacrifico il contenuto per un rossetto gratis.

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Essere blogger o youtuber è un lavoro che io rispetto. E’ un mestiere come gli altri, richiede molto impegno e ore alla scrivania, fosse anche un tavolino di un bar. C’è chi è tagliato e chi no perché non tutti sono fatti per sopportare una vita sempre connessa ed esposta. Bisogna essere aggiornati, avere gli occhi aperti e buttarsi nella folla con grande determinazione. Non trovo nulla di male nemmeno nei contenuti sponsorizzati che, ogni tanto, sono la prima a fare. Purché la collaborazione abbia un senso e una coerenza, oltre che una personalizzazione nella presentazione.

Tutto questo per dire di mantenere sempre un atteggiamento critico nel leggere la vita degli altri, perché tante volte il genere è questo.

Ora vi saluto, vado a fare la blogger °-°