Essere mamma tra tabù e sogni proibiti

Ieri mi sono ritrovata a leggere un vecchio post di un noto blog, in particolare mi sono soffermata sui tantissimi commenti lasciati dalle mamme il cui tema era, a grandi linee: ‘cosa ti manca della tua vita precedente ma che non osi confessare?’. Vi lascio immaginare la varietà delle risposte… Viaggi, sesso improvvisato, SONNO, aperitivi, cura di sé che duri più di 5 minuti, decisioni dell’ultimo minuto in libertà… E tutte a denunciare il fatto che la maternità venga troppo spesso presentata come patinata e pregna esclusivamente di aspetti positivi e sentimenti di gioia pura e amore incontrastato. Ecco, è vero che ci sono ancora moltissimi tabù che aleggiano intorno all’essere mamma e che la gente è sempre pronta a giudicare ma secondo me sta anche a noi saper filtrare le informazioni e soprattutto leggere tra le righe. Mi spiego meglio, se in un commento leggo: ‘sì sì questa vacanza con la bimba mi sta davvero rilassando, riposo e quiete tutto il giorno, una pacchia XD’ sotto l’ironia di una mamma che cerca di buttarla sul comico io traduco: ‘ questa vacanza è un incubo, sono più stanca di prima, ma quando finisce?’. E secondo me non è che la mamma in questione così come tante altre voglia indorare la pillola, semplicemente sa che sono fasi, sa che è dura ma che ci sono ricompense, sa che anche se a volte vorrebbe staccare la spina non può ed è inutile scalpitare come un cavallo, meglio farsi una risata e godersi il presente nonostante tutto.

Poi ci sono eh, sì ci sono quelle che vogliono proprio dartela a bere, che tutto è magnifico sì ma loro (e i loro pupi) un po’ di più, che non te lo possono spiattellare apertamente ma tra le righe ti dicono che sono più brave di te e i loro figli sono delle benedizionicadutedalcielo.

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In base ai miei studi, ecco i sogni proibiti delle mamme! 1. happy hour con le amiche (credits) 2. sonno sconfinato e senza interruzioni (credits) 3. viaggio esotico col compagno (credits) 4. sesso improvvisato [e qui ho messo una figura che evochi, secondo il mio personale punto di vista, questo concetto @-@ ] (credits)

Ma la maggior parte aspetta solo di sentirsi a suo agio per scoperchiare il vaso di Pandora e sfogarsi, per poi tornare col sorriso alla propria vita. Dopo aver letto tutti questi commenti mi sono sentita stranamente bene, sì perché come spesso mi capita ho ridimensionato i miei ‘drammi del momento’ per vedere che ci sono situazioni decisamente peggiori e soprattutto mi sono resa conto per davvero che, sebbene ci siano cose che mi mancano e questo è innegabile, nel complesso non mi sento così mutilata o intrappolata in un ruolo. Sono ancora io, faccio shopping (spesso di corsa ma a volte anche no), faccio sport (certo molto meno di quanto vorrei ma neanche così poco), ogni tanto guardo un film per intero, non ho mai smesso di truccarmi, darmi le creme e lo smalto, ho fatto docce nei momenti più bui e piano piano ho imparato l’arte dell’organizzazione al millimetro. Esco ancora con gli amici, magari torno un’ora prima ma pazienza, ed esco anche da sola senza figlio con una certa frequenza (spassandomela alla grande :-P). Ho una vita di coppia appagante e pur dovendo rinunciare alla libertà totale di pensare solo a noi stessi, ci godiamo la vita in due o in tre.

Mi sono chiesta allora grazie a cosa sono così fortunata, o meglio, grazie a chi. E voglio dirvelo: sono fortunata grazie a 4 persone: i miei, mio marito e me stessa.

I miei, ovvero i nonni, sono da sempre stati presenti e mi hanno dato una mano in quelle giornate (molte a dire il vero) nelle quali mi sarei sparata alla sola idea di stare da sola per lunghe interminabili ore col bambino; mia mamma tutt’ora mi tiene Matteo quando lavoro ed è già da due lunedì che ce ne andiamo al mare e riesco perfino a stare sdraiata 15 minuti a rilassarmi! Insomma non so come avrei fatto senza di loro… O meglio, avrei fatto lo stesso ma sclerando molto ma molto di più. Quando sento qualche ragazza che non ha il supporto dei genitori e magari nemmeno dei suoceri (nel secondo caso, a volte meglio, dipende) provo sempre tanta stima.

Mio marito forse l’ho dato per scontato nel senso che pensavo fosse normale (e francamente nel mondo ideale sarebbe il minimo) che in quanto padre e compagno di vita non solo mi sostenesse, ma che attivamente condividesse le gioie e i dolori dell’essere genitori… In poche parole che cambiasse pannolini, si alzasse la notte, si sorbisse il pupo ululante mentre io mi lavavo i capelli e non osasse di dire mai e poi mai ‘beh’ di fronte alla casa in disordine stile scoppio bomba atomica o alla cena composta di niente con contorno di nulla. E così è stato davvero, perciò quando dico che ho un compagno eccezionale non lo faccio per fare la romantica. Certo non è sempre tutto rose e fiori ma mi sono resa conto che invece tanti papà fanno il minimo indispensabile, a volte perché le mamme non gli permettono di imparare e sbagliare, a volte adducendo la scusa della stanchezza o perché semplicemente sotto sotto non ritengono sia compito loro.

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Infine mi do una pacca sulla spalla per essere stata in grado di chiedere aiuto quando ne ho avuto bisogno e per non essermi fissata con le psicosi da neomamma: i germi, i pericoli, le malattie, la nutrizione, le teorie varie sull’educazione… Tutti aspetti naturalmente presenti quando ti ritrovi tra le mani un fagotto indifeso ma che non devono diventare catene pesanti che ci trasciniamo attaccate alle caviglie. Tutto andrebbe preso con una ‘leggera serietà’ se mi concedete la licenza poetica, perché a meno di non tenere il bambino in una teca di vetro, la vita è questa. Il ninja non aveva neanche un giorno di vita che era già in giro perché il sole è un favoloso antisettico naturale e l’aria aperta fa bene a tutti. Ho smesso di sterilizzare già nel terzo mese e l’ho più o meno lasciato libero di mettersi in bocca laqualunque (salvo cose ingeribili o schifezze indicibili) perché è così che un bambino esplora il mondo. Mai avuta l’ansia che il cane lo contaminasse, anzi secondo me così si fa gli anticorpi! L’unica piccola paranoia nella quale sono entrata a suo tempo è stata quella del latte ma grazie a Dio dopo un mese di tensione continua nel quale non mi sono affatto goduta il mio piccolo, sono rinsavita e ho fatto di testa mia. Idem con lo svezzamento, ho usato gli omo biologici e non ho mai passato ore a cuocere e surgelare brodini e sughetti.

Con questo non sto dicendo di avere fatto meglio di nessun altra, sto solo dicendo questo: compatibilmente alle vostre possibilità del momento, prendete le strade che ritenete essere le migliori e non voltatevi a meno di cambiare idea. Non affogatevi nelle mille domande, non colpevolizzatevi se fate un errore e non pensate di essere da meno di nessuno. Tanto comunque ci sarà sempre chi avrà da ridire sul vostro stile ma l’unico giudice che dovete temere siete voi stesse. Quanti sensi di colpa sono fedeli compagni delle madri, perciò facciamo del nostro meglio ma allontaniamoci da quegli stereotipi che abbiamo in testa noi e solo noi. Sicuramente posso ritenermi fortunata per non essere sola in questa tosta e meravigliosa avventura ma una mano me la sono data anche io e il risultato è che non vivo la maternità come un fardello pesante (cosa che ho letto spesso anche da chi il figlio lo ha cercato e desiderato) ma come un bellissimo, faticoso, emozionante percorso nel quale la mia nuova versione cammina felice sognando, solo ogni tanto, di emigrare ai Caraibi.

Prova costum(e)ommy

ATTENZIONE: post ad alto contenuto di realismo e ironia.

L’altro giorno mi sono imbattuta su fb nell’articolo che parla di una ragazza che è diventata ‘virale’ dopo aver postato una sua foto in spiaggia dove indossava fieramente un bikini mostrando il suo corpo dopo tre gravidanze. Il corpo in questione come potete vedere non è quello di una ragazza sovrappeso, bensì di una donna mediamente in forma ma con segni evidenti sull’addome e pelle flaccida attorno all’ombelico.

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Ho le smagliature e indosso un bikini. Ho una pancia che è permanentemente flaccida perché ha portato il “peso” di tre bambini giganti e indosso un bikini. Il mio ombelico è cadente … (che è qualcosa che non sapevo nemmeno fosse possibile prima!!) e indosso un bikini. Indosso un bikini perché sono orgogliosa di questo corpo e di ogni segno. Quei segni dimostrano che sono stata benedetta abbastanza per aver potuto portare in grembo i miei bambini e la pancia flaccida significa che ho lavorato duramente per perdere peso. Indosso un bikini perché l’unico uomo la cui opinione conta per me sa quello che ho passato nel vedermi in questo modo. Quello stesso uomo dice che non ha mai visto niente di più sexy del mio corpo, dei suoi segni. Non sono cicatrici signore, sono medaglie al valore e ve le siete guadagnate. Mostrate quel corpo con orgoglio! #HollisHoliday

Ecco, dopo aver letto tutti i commenti non privi di un certo calore (per non dire cattiveria), mi sono posta alcuni interrogativi. A parte qualche stupido/a che non ha evidentemente capito il senso della foto dicendo che non c’è bisogno di ostentare (come se mostrare con fierezza e ostentare fossero la stessa cosa), in molte moltissime mamme hanno concordato sul fatto che è giusto essere fiere dei segni delle gravidanze, che sono un simbolo di amore dal momento che quel corpo è stato la casa del bimbo per 9 mesi.

Ecco, tanto per cambiare mi sono sentita una voce fuori dal coro materno. Massima stima per chi con orgoglio porta i segni della gravidanza su di sé, per chi sfoggia il bikini fregandosene altamente, per chi è totalmente bambino-centrico così che tutto il resto non conta più di tanto. Ma per me non è così. Mi sono ritrovata in un secondo catapultata a quando avevo il pancione e sentivo attorno a me orde di donne a cui venivano gli occhi a cuore a pensare a quei 9 mesi, che si lamentavano di quanto mancasse loro il pancione e alcune talebanissime che non tolleravano nemmeno sentir dire che qualcuna non fosse estasiata di essere gravida. Se avete letto i miei diari della gravidanza saprete senz’altro che non mi sono mai sentita particolarmente a mio agio nella condizione di ippopotama con crampi e respiro corto. Mi sono mancati i giri in bicicletta con l’aria frizzantina delle sere primaverili, il trekking delle ferie in montagna, il poter andarsene in giro senza sudare com un cammello e ho guardato con tenerezza tutti i miei abitini estivi appesi nell’armadio. Certo d’altra parte una vita cresceva dentro di me e questo valeva tutti gli sforzi 100 e 1000 volte ma non credo sia obbligatorio avere nostalgia di quei giorni.

E nello stesso modo, senza ricamarci sopra, ammetto che a me il post-gravidanza pesa: in fondo ci sono mie coetanee che sfoggiano corpi tonici e magri, la maggior parte di loro non ha partorito ovviamente. Ci sono poi altre che hanno pure partorito, magari da meno di un anno, e hanno quei corpi alieni che hanno il solo scopo di deprimere noi donne comuni. No ritenzione, no cellulite, no smagliature e ca va san dire, nemmeno un filino di addome che sporge.

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Premetto che mi è stato detto che per la totale ripresa del post gravidanza ci vuole un annetto e io pecco di assoluta mancanza di pazienza. Ma amiche, se la prova costume crea nella maggior parte di noi quel filino di ansia da prestazione (chi inizia la dieta del minestrone, chi si iscrive a corsi di spinning, chi fantastica sulla chirurgia plastica, chi si spalma di Somatoline e si avvolge nella pellicola per alimenti), per molte di quelle che hanno partorito da meno di due anni il tutto è ancora più impegnativo. Io non mi sento in colpa a desiderare al contrario di far sparire i segni della gravidanza e non per questo vuol dire che ami di meno mio figlio. So che come me ce ne sono altre, ne ho avuto la prova fondando insieme a Sara (@follemente) il gruppo su fb ‘Bikini Body Mommy Challenge, ovvero sodo è bello’ nel quale tante mamme seguono (o nel mio caso cercano di seguire) il programma di Briana di ginnastica in casa fatta apposta per chi, avendo bimbi piccoli, non ha tempo di andare in palestra e in generale vuole ottenere il massimo nel più breve tempo possibile. Ho anche iniziato ad andare ogni tanto a correre col ninja nel passeggino, cosa più che fattibile ma francamente non il massimo del divertimento perché il bello della corsa è quel senso di libertà che ti regala, senso totalmente annullato dalla presenza di una cosa pesante da spingere. Mi manca tantissimo poter fare sport in libertà ma ovviamente qualche sacrificio è d’obbligo a fronte di un amore infinito.

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Tanto per attirarmi l’astio di qualcuna, aggiungo che un’eventuale seconda gravidanza mi renderebbe piuttosto paranoica sul dopo… Insomma avrei paura di ritrovarmi come un barbapapà. Perché sapete i figli sono come i tatuaggi, dopo il primo l’interrogativo sul fare il secondo o meno scatta quasi sempre. Ci sono tanti motivi per cui al momento non vorrei un altro bambino, tra i quali ad esempio il fatto che desidero dedicare al ninja tutto il mio tempo per i primi anni, tempo che per certi versi non mi sembra mai abbastanza considerando tutto il resto che ho da fare. E poi insomma per ora mi sento appagata e con onestà solo l’idea di ricominciare da capo mi annienta. Però ecco, oltre i vari motivi seri, c’è quello più superficiale del fatto che ancora non mi sento riappropriata del mio corpo e mi sto impegnando per recuperarlo ma anche per accettare con serenità che certe cose non torneranno più come prima: sì perché nessuno ve lo dice eh, ma l’ombelico post gravidanza assume una leggera forma a occhio triste che francamente non è il massimo della vita. E se allattate, sappiate che anche il seno non sarà esattamente quel simpaticone pieno e sodo che vi faceva l’occhiolino appena sveglie. E meno male il mio è comunque rimasto discretamente alto, certo che se già prima non ero Pamela Anderson, adesso seconda scarsa e via andare.

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Certo c’è poi chi ti dice che ‘sei in formissima per avere appena partorito’ e che ‘guarda allora quelle mamme che…’ ma la mia reazione a queste frasi è più che altro quella di uno scapaccione nel coppino (e qui i bolognesi capiranno bene cosa intendo). Insomma colleghe mamme e non, tutta sta prosa per dirvi che se da un lato la nuova voi-mamma arriva piano piano con naturalezza e vi fa crescere col vostro bambino giorno per giorno, dall’altro il vostro nuovo corpo-mamma vi piomba in testa come un macigno a ricordarvi che i 20 anni sono andati e che il futuro è nebuloso. E che comunque i top con la schiena nuda senza reggiseno sono solo un lontano ricordo. 

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