4 Cose per il ninja che non ricomprerei

Si sa che l’esperienza è la miglior insegnante e quando ti ritrovi col pancione puoi passare tutto il tempo del mondo a leggere libri, forum e pareri altrui su cosa sia meglio acquistare ma non avrai un’idea chiara finché non avrai provato sulla tua pelle, o meglio su quella del pupo. Mentre ci sono oggetti che amo follemente e caldeggio per tutte le mamme (come l’umidificatore o il Joolz), altri, tornando indietro, non li ricomprerei o ne comprerei di diversi. Eccovene 4 esempi:

– La sdraietta

A suo tempo l’ho messa negli ‘essentials’ dei primi mesi e ve lo confermo. Ma col passare dei mesi ho capito che non vale la pena avere la fighissima ‘Mammaroo’ della 4Moms per un semplice motivo: non sapete a priori che ti tipo di neonato vi capiterà in sorte e non è detto che sia un fanatico della sdraietta. Intendiamoci, la maggior parte dei newborn ci si fa dei super pisolini e passa volentieri il tempo lì sopra ma non saprete per quanto tempo al giorno e per quanti giorni apprezzerà la questione. Il ninja ad esempio ha perso interesse in un tempo abbastanza breve… Ecco perché se tornassi indietro prenderei il Tatamia: fantastico seggiolone della Peg Perego che si trasforma in sdraietta con tanto di dondolamento; ecco vi riporto le info dal sito: ‘Nei primi mesi lo utilizzi come comoda sdraietta e come un rilassante dondolo; a partire dai 6 mesi anche come seggiolone per la pappa o per il gioco e, dai 12 mesi, come seduta per stare a tavola coi genitori.’ E se ve lo state domando la risposta è no, non mi pagano per promuovere il Tatamia ma nel caso volessero sono disponibile XD Se foste interessate vi rimando al video utilissimo di Rachele che si è trovata talmente bene con questo prodotto da volerlo condividere con le altre mamme.

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– Il termometro per la temperatura dell’acqua

E’ un adorabile pesciolino azzurro della Chicco e ti dice se puoi immergere serenamente il pupo nella vaschetta  o se ti ritroverai con un polletto lesso (e ululante). I neogenitori alle prese con le prime immersioni hanno spesso questa paranoia di ustionare il piccolo, ma basta un po’ di buonsenso e il polso immerso nell’acqua per capire al volo se la temperatura va bene, senza bisogno di aspettare il responso del termometro (che infatti penso di aver usato un paio di volte in tutto)

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– La vaschetta della Stokke

La cosa che ci ha colpito in primis è che si può richiudere e quindi dà il minimo ingombro, inoltre è dotata di seggiolino agganciabile fatto a ‘virgola’ e la cosa ci sembrava furba. So che molte mamme la apprezzano ma per quanto ci riguarda sia io che mio marito ci siamo ritrovati perplessi e un filino agitati di fronte al ninja che ‘sguillava’ da tutte le parti come un anguillone. Se poi considerate che costa abbastanza e più della maggior parte delle vaschette, molto meglio per me prendere una vaschina comune (possibilmente richiudibile) e inserire un seggiolino di quelli col blocca cavallo e blocca braccia. 

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Ecco il primo bagnetto di ninja fatto dall’ostetrica a casa nostra

– Il lettino tradizionale

E’ stato amore a prima vista col lettino Foppapedretti dipinto di nero, quel pazzo di mio marito l’ha comprato senza dire nulla e me l’ha fatto trovare per S.Valentino quando ancora nemmeno mi si vedeva la pancia. E’ solido e più grande di un lettino tradizionale e rimane indubbiamente un prodotto di qualità. Il primo problema però è che è tremendamente pesante e nemmeno passa dalle porte, così per spostarlo da una stanza all’altra ci tocca smontarlo e rimontarlo (o meglio, tocca al santo papà). Ma il punto non è questo lettino nello specifico ma ogni tradizionale lettino e vi spiego il motivo: io ci ho sempre tenuto che il ninja fosse autonomo nella nanna, per quanto ovviamente possa esserlo un neonato; quindi passati i 3 mesi l’abbiamo sposato nella sua cameretta, peccato che quando lui piange e non si calma semplicemente dandogli il ciuccio, dobbiamo prenderlo su e rimetterlo giù distruggendoci la schiena. Sarebbe molto ma molto più semplice avere un lettino junior al quale mettere una sponda, in modo da potersi sdraiare accanto al piccolo il tempo necessario perché lui si riaddormenti (cosa utile anche in quelle notti in cui ho talmente sonno che rischio che mi cada dalla scomodissima quanto fighissima sedia a dondolo Kartell). Abbiamo allora deciso che entro un paio di settimane prenderemo un lettino Ikea per bambini ma non so dirvi di più visto che per ora abbiamo solo dato un’occhiata veloce al sito.

Sono curiosa, ci sono cose che anche voi non ricomprereste? Non è semplice barcamenarsi in mezzo al mare di opinioni e di oggetti! 

 

Ninja rulez: la nanna

Il tema della nanna è sempre estremamente scottante tra le mamme. Come sapete ci sono varie filosofie in proposito, dalle neonaziste alle tuttiinsiemeappasionatamente, con una valanga di varianti in mezzo. Tra le madri serpeggia la curiosità morbosa per la nanna degli altri bimbi: a che ora lo metti a letto? Come? Si addormenta da solo? Si sveglia? Quando? Quante volte? Certo è che i sogni erotici più proibiti di una mamma bambino 0-3 dotata riguardano nottate sconfinate di sonno… No dai anche un 9 ore non stop è già magia pura.

Visto che in molte sono state incuriosite dagli usi e costumi notturni del ninja, ho deciso di trattare lo spinoso argomento SECONDO ME. Sottolineo che parliamo della mia personale prospettiva modellata sul mio personale bambino, che sicuramente non è uguale al vostro.

Il ninja è sempre stato un bambino che ha dato problemi notturni relativi, insomma non è di quelli che sembrano finti e devi andare continuamente ad accertarti che siano vivi ma nemmeno di quelli come lo è stato mio marito… Che infatti è rimasto figlio unico. I primi 3 mesi come ogni neonato mangiava spesso, circa ogni 3 ore; non ho in quel periodo non ho abbracciato la scelta dell’allattamento a richiesta e ho cercato di far passare almeno 2 ore e mezza tra un pasto e l’altro, poi chiaramente il mio non era uno schema rigido. Dopo i 3 mesi il piccolo è stato sfrattato dalla culla (nella quale non riusciva più a dormire causa calci e manate sui bordi) per passare al lettino. Il lettino in questione – un modello in legno della Foppapedretti ridipinto in nero – è più grande di una lettino standard e se l’avessimo messo in camera nostra praticamente non avremmo più girato. Quindi spinti un po’ dalle nostre convinzioni sommate alle questioni di spazio, abbiamo trasferito il marmocchio nella sua cameretta. Inizialmente non è andata male ma ad un certo punto ci siamo addentrati in un periodo molto critico: il momento della messa a letto era una tragedia greca, con due ore di strilli e movimenti convulsi. Noi ci adoperavamo nelle nostre migliori versioni di cantanti, cullatori (ma senza addormentarlo in braccio), cantastorie, mimi… Una sera abbiamo provato anche a metterlo nel letto e parlare dei fatti nostri per fargli credere che non fossimo affatto intenzionati a farlo dormire. Ogni mamma sa che per una serena messa a letto si è disposti a tutto.

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POI mi sono ricordata del libro della cara compianta Tracy Hogg: ‘Il Linguaggio segreto dei neonati’. Questa lettura mi piacque tantissimo durante la gravidanza e praticamente è stato l’unico libro serio sull’argomento bambini che io abbia letto. Il capito sul cibo mi era rimasto molto impresso ma quello sulla nanna era un ricordo nebuloso. Improvvisamente, anche grazie ai consigli di alcune igers che so avere un approccio simile al mio sull’argomento, mi è tornata in mente la questione della routine della nanna. Ed ecco che una sera abbiamo provato a fargli fare la doccia con mio marito, poi l’abbiamo messo sul fasciatoio e su consiglio dell’ostetrica abbiamo iniziato a phonarlo in modo circolare mantenendo una distanza di sicurezza, massaggiandolo con l’olio dalla testa ai piedi. Quella sera la messa a letto fu meno tragica. Nel giro di tre sole sere, la svolta: messa a letto veloce e serena col bimbo che si addormentava da solo nel suo lettino (messo giù molto stanco ma ancora sveglio).

Quella routine è stata mantenuta fino ad oggi, sebbene certe sere non si abbia tempo per la doccia quindi passiamo direttamente alla seconda fase o magari riduciamo il tempo del massaggio. Cerco di non permettere al bimbo di addormentarsi sul fasciatoio anche perché ormai è perfettamente in grado di auto-rilassarsi anche grazie all’oggetto transizionale che gli do sempre quando dorme, di giorno e di notte.

All’arrivo del sesto mese i risvegli sono aumentati esponenzialmente e capivo che qualcosa non andava. Dopo un mese di arrabbiature e frustrazione, una notte mi è venuta l’illuminazione: il ninja aveva tanta aria in pancia e il suo puzzettare come una mucca turbava fortemente un sonno già per sua natura leggero. Allora ho iniziato a sostituire il Mellin serale con il latte di capra e a introdurre fermenti lattici e Milycon gas. Di nuovo l’emergenza è rientrata e io me la sono anche un po’ tirata dico la verità. Preciso che, da quel che ho letto, il latte di capra non è nutrizionalmente comparabile all’artificiale ma su un bambino già svezzato al 90% non c’è pericolo di carenze. 

"I didn't want anything.  I just wanted to see how fast you could get here in case of an emergency!"

Ricapitolando, ecco quali sono stati i miei obiettivi fin dall’inizio nel campo nanna e cosa ho ‘consapevolmente’ sbagliato:

– volevo che il ninja fosse capace di autocalmarsi così da non dipendere dal latte per addormentarsi. 

– volevo che riuscisse a riprendere sonno da solo durante la notte dal momento che i neonati hanno numerosi risvegli. Fondamentale è stato non correre da lui al primo ‘gne’ e prendere qualche secondo per vedere sul baby monitor se si riaddormentava da solo.

– volevo che si sentisse sicuro, per questo non l’ho mai lasciato strillare da solo.

– volevo che trovasse il suo letto un posto accogliente, quindi la mattina aspettavo/aspetto un paio di minuti prima di tirarlo su quando apre gli occhi (salvo che non stia piangendo, cosa che accade solo se ha dormito poco e ha ancora sonno).

– ho usato il ciuccio perché Matteo è un iperattivo e ha estremamente bisogno di sfogare la sua carica e quindi mio malgrado lui è dipendente dal ciuccio per addormentarsi salvo rare eccezioni. Se lo sputa non glielo rimetto mai in bocca a meno che non piagnucoli, segno che lo rivuole. Certo potrei impegnarmi in una crociata per toglierglielo ma sono onesta, non me la sento: il mio diabolico piano è di mettere 4 o 5 ciucci nel letto non appena sarà in grado di rimetterlo in bocca da solo. Sono una pessima madre? No, sono una madre.

– il video col phon e il maledettissimo disco Samba mi sono fondamentali per i pisolini diurni: l’indipendenza diurna del ninja non è minimamente efficace come quella notturna. Questo sarà in parte colpa mia per carità ma è pur vero che di fatto mio figlio ha un sonno leggerissimo e fatica molto ad abbandonarsi. Per cui per farlo dormire di giorno le strade sono due: la scorciatoia implica il sedersi da qualche parte, tenerlo in braccio sdraiato ed eventualmente cullarlo un po’ a suono di disco Samba possibilmente a tutto volume. Non ridete, è davvero così. Matteo da adulto cadrà in catalessi durante tutti i capodanni. Mentre l’altra via implica lo sdraiarsi di fianco a lui tenendogli un braccio sotto la nuca e il video del phon volume medio. In entrambi i casi ciuccio e coniglio feticcio.

Se spengo il sottofondo musicale il pupo non si sveglia ma dura giusto 20 min. Se invece lascio acceso arriva anche a 45 min o raramente un’ora (in quel caso abbasso il volume chiaramente). Meno male di notte non c’è bisogno di tenere nessun video! Ma non vi nego che a volte mi figuro la scena di una puntata su Sky di ‘Io e le mie ossessioni’ nella quale si vede mio figlio ossessionato dal phon che racconta di come sua madre lo facesse rilassare così. Ma che dire? Io ho trovato i miei escamotage venendo a patti con quelli che sono i miei principi, sicuramente avrei potuto fare meglio ma avrei potuto anche fare peggio. 

Nota a margine: da tempo ho constatato come il web pululi di mamme talebane. Ogni tema scottante è dotato di gruppi di mamme del genere che vogliono per forza convincerti delle loro idee e che, peggio, ti fanno sentire uno schifo se agisci diversamente. Che sia parto, allattamento, svezzamento, il ‘portare’ o l’educazione, qualche mamma dell’Isis emerge dal silenzio per aggredire. Io sono una mamma rilassata, non mi importa di convincere nessuno, mi informo sempre a fondo ma non mi drogo di libri e pareri, seguo l’istinto e chiedo aiuto quando ho bisogno a chi so essere simile a me. Fatevene una ragione, vivete e lasciate vivere. Perseguite la vostra crociata ma fuori dal mio spazio perché a me, ve lo dico col cuore, non interessa. E ringrazio il cielo che sia così perché ho amiche che sono venute da me in preda all’ansia e a un devastante senso di inadeguatezza dopo essere state messe alla gogna da questi gruppi di madri. Quante ne ho conosciute (e ci sono passata anche io) che si comportavano in un certo modo non per loro reale volontà ma solo perché non si sentivano veramente libere di scegliere. Viviamo con gioia la maternità, godiamoci i nostri figli e andiamo in culo al mondo (scusate il francesismo).