#mom-to-be 11 (che cosa aspettarsi quando si aspetta)

Oggi in preda ad un atto di coraggio nonostante il caldo mi sono trascinata al parco col mio Maki per farlo felice e cercare di fare un minimo di attività, visto che da un paio di settimane ho dovuto smettere anche la ginnastica posturale (ad un certo punto da pilates siamo passati a quella quando gli addominali non reggevano più).

Sul prato c’era un gruppo di bambine che avranno avuto una decina d’anni, facevano le verticali e cadevano dalla parte opposta in ponte, cosa che facevo anche io con grande gioia. Nel guardarle mi sono sentita vecchia, ho pensato che se avessi fatto nuovamente una cosa del genere sarei probabilmente morta – questo a prescindere dalla panza. Con la mia camminata a papera ho proseguito e sono passata di fianco alle comari: sedute in cerchio sulle panchine contestavano i prezzi delle pesche alla Coop. Ecco sicuramente in questo momento sono più vicina a loro come forma fisica e probabilmente anche come sensatezza dei discorsi.

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Ci sono cose che ormai sono un’utopia: un sonno veramente riposante, una depilazione veloce e precisa, una serata senza vampate di calore in stile menopausa, sentirsi sexy e leggera (oddio, non che mi ci sentissi tutti i giorni, ma insomma ogni tanto quelli buoni capitavano!).

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In più, come tutte le donne nel nono mese, sto in allerta come un gatto col temporale. Ascolto ogni minima sensazione in cerca di messaggi subliminali del mio corpo. Comunico telepaticamente col ninja e gli chiedo se veramente vuole anticipare come sembra o se poi mi tira la fregatura. Oggi in particolare si è mosso praticamente tutto il giorno, una cosa che stavo per chiamare un esorcista, alla faccia del fatto che essendo cresciuto dovrebbe stare più stretto. Sì, più stretto ci sta e infatti mi riempie di calci e pugni sto bastardo di amorevoli buffetti e calcetti amore di mamma!

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Mio marito è ormai ufficialmente ibernato a causa delle notti che gli faccio passare col condizionatore a palla e il ventilatore. In pratica mi guarda come se fossi un’aliena. Inoltre è anche entrato nella tipica fase del compagno apprensivo: ogni volta che lo chiamo o che mi chiama mi chiede:’Come stai?’ con quel tono che in realtà sottintende:’Sei entrata in travaglio???’. Mi sento letteralmente una bomba ad orologeria e in effetti, presto o tardi, scoppierò di fronte all’ennesima persona che credendo di non essere udita esclama:”mamma che pancia!” -_- Quanti dubbi, paure, aspettative e sogni ha una donna che sta per stringere tra le braccia il suo nano. Una cosa è certa: è l’inizio di una nuova bellissima avventura.

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Il prossimo diario della gravidanza forse sarà diventato un diario del baby… A presto!

#mom-to-be 10 (Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo)

Vi preannuncio che i prossimi post verteranno per la maggior parte sul tema diario/bambino perché lavoro molto e non faccio cose particolarmente degne di un post sul blog, quindi vi cuccate la panza.

Come forse saprete non abbiamo ancora scelto un nome e francamente ci siamo parecchio arenati. Mi ha fatto sorridere che al corso preparto tutte le donne in attesa di una femmina avessero scelto il nome, mentre una buona metà di quelle col maschio fossero ancora in alto mare. Secondo me il fatto è coi nomi da uomo, così come con l’abbigliamento, ci si può sbizzarrire un po’ meno salvo ovviamente nomi del tutto improbabili. Aggiungo che mio marito ci tiene particolarmente a lasciare intatto il nostro piccolo club M: le sue e le mie iniziale sono MM, e pure il cane inizia con la stessa lettera. Sinceramente fosse per me sceglierei un nome proveniente dalla mitologia greca che io amo tantissimo, in particolare penso ad Achille ed Ettore. Il problema coi nomi è che evocano concetti e/o persone completamente diversi. Ergo se io penso ad Achille immagino questo:

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Mentre mio marito immagina questo:

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E allo stesso modo ognuno tra parenti, amici e conoscenti, ognuno si sente in dovere di dire la sua ogni qual volta io gli dica quali nomi abbiamo in mente.

Nessun nome da uomo con la M mi fa battere realmente il cuore, tranne quello di mio marito ovvero Mattia che ovviamente è già preso, tuttavia trovo carino rimanere nel clan e mi sto sforzando di sceglierne uno. Al momento ne sono rimasti due in ballottaggio, io conto sull’effetto ‘madre e moglie moribonda che ha appena partorito e come fai a dirle di no’ … Vedremo.

E a proposito di donna moribonda e partoriente, oggi sono andata a farmi la pedicure e mentre ero dentro si è affacciata una delle ragazze chiedendomi quale fosse il termine: la mia estetista che ormai mi conosce ha prontamente risposto per me, e la ragazza (che ha un bimbo) non ha fatto il solito commento sul caldo, bensì mi ha guardato seria e truce chiedendo: ‘Hai prenotato l’epidurale?’

Mi sono sentita quasi in colpa a dirle di no ma in compenso ho prenotato l’ostetrica, va bene lo stesso?! Sia chiaro io non ho assolutamente nulla contro l’epidurale e la mia è una scelta dettata da motivi personali su cui preferisco non dilungarmi, ma ecco diciamo che la sua domanda e il suo tono non hanno contribuito ad alleggerire la mia paura del parto 😛 Nella mia testa l’ostetrica è una sorta di figura mistica che oscilla tra Babbo Natale e Santa Teresa e che mi aiuterà a uscirne viva ad affrontare con determinazione e una certa serenità questa esperienza. 

Ad ogni modo, tra le frasi da non dire ad una donna incinta aggiungerei: ‘L’hanno fatto tutte, puoi farlo anche tu’. Perché l’istintiva risposta per me sarebbe: ‘E grazie al xf#òm!’ Il punto infatti non è riuscire a farcela, perché è chiaro che il corpo è programmato per partorire con dolore, il punto è viverla come un’avventura sì difficile ma anche bella e speciale, senza farsi prendere dal terrore e dall’ansia che contribuirebbero solo ad aggravare il male e allungare il travaglio. Ognuna ha giustamente il suo modo di affrontare psicologicamente la cosa, per me è come un difficile sentiero da trekking: serve l’attrezzatura giusta, il giusto compagno, la giusta motivazione, una fiducia incrollabile nelle proprie capacità e la consapevolezza di quale sia la meta. E voi invece come la vivete o l’avete vissuta? Sono curiosa ^_^