Ancora tu? Non dovevamo vederci più?

Ho appena messo giù il telefono dopo una conversazione con un’amica, l’argomento? LA PROVA COSTUME. Cioè noi – mamme, laureate, indaffarate, con mille pensieri in testa, abbiamo speso la nostra telefonata parlando di questo o quel complesso e dicendo che forse, causa brutto tempo, quest’anno sarà molto più breve l’agonia del mettersi in costume.

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E allora ho pensato che non è giusto. A me l’estate è sempre piaciuta tantissimo. Amo i suoi colori, i profumi e il sole che tramonta tardi la sera. I grilli, le grigliate all’aperto, la voglia di frutta e verdura, le gambe nude.

E allora perchè crescendo si è trasformata prima di tutto in ansia da prestazione? Ogni stramaledetto anno, quando inizio per forza del meteo ad esporre il corpo bianco e mai abbastanza in forma per i miei standard, partono le scontentezze e i confronti.

Ahhhh i confronti! Li ho sempre fatti: quella è più alta, quella è più tonica, quella ha dei capelli più belli, quella ha la pancia piatta… Ma ora che sono mamma mi rode il doppio: mi chiedo come mai madre natura permetta che alcune donne passino indenni da parti multipli mentre io, dopo solo un parto e la bellezza di due anni dopo, ancora ne porto evidenti i segni? Naturalmente poi ti devi scontrare col marito che non vede assolutamente quello che vedi tu, con la famiglia che minimizza e con le amiche che – un po’ per gentilezza un po’ per superficialità – non ti danno alcuna soddisfazione nell’affrontare l’argomento.

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(a proposito di mamme che possono partorire e una settimana dopo essere in spiaggia così)

Sapete cosa però? Mi sono veramente rotta: sempre gli stessi pensieri, anno dopo anno sotto forme diverse e pure peggiori. Le riviste che ti martellano con questa benedetta prova costume e le pubblicità degli abbronzanti e delle creme modellanti (in questo periodo onnipresenti) con donne photoshoppate che delle due potrebbero spararsi una gara a chi mangia più schifezze sul divano invece che perdere tempo a migliorare la perfezione. L’ansia dei prodotti che ti regalano una finta abbronzatura perchè si sa: pallido è brutto ma il sole invecchia la pelle.

Non sarebbe bello tornare a quando eravamo bambine e di tutto questo non ce ne poteva fregare di meno? Onestamente non lo so come si faccia, so solo che ci sto provando.

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Mi reputo una persona intelligente e dedita a trovare il bello della vita anche quando il telegiornale ti sbatte in faccia in che brutto mondo viviamo. Cerco di andare a letto ogni sera piena di gratitudine per a) non essere in punto di morte, nè io nè la mia famiglia b) aver passato tempo prezioso con mio figlio c) per aver condiviso un altro pezzetto di giornata con la persona che amo. Eppure questo malumore ogni volta che provo un bikini o che mi spoglio per fare la doccia non sembra voglia andarsene. Possibile che una diastasi di 4 cm debba condizionare la mia estate? Che poi anche prima di diventare mamma la salsa era più o meno la stessa. Che fossi più o meno in forma, comunque non ero contenta.

E quanto mi irritano tutte queste pagine fb e Ig che tutti i giorni mi compaiono in home proponendo soluzioni miracolose e personalizzate per mettersi in forma? Neanche ci volesse un genio per sapere che bisogna fare movimento e mangiare sano…

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E sì che ho provato sulla pelle cosa vuol dire pensare, anche solo per un giorno, da avere una malattia grave.  E sì che so bene che si sono persone che nemmeno possono andare in ferie, figuriamoci pensare a mettersi in costume. Tutto questo mi fa sentire terribilmente stupida se devo essere onesta, e mi ha stancata. So che un giorno mi opererò e richiuderò il buco ma non voglio arrivare a quel giorno carica come un mulo di aspettative: voglio arrivarci serena così che i risultati possano essere solo pioggia sul bagnato e non l’ancora di salvezza, non so se mi spiego.

Voi cosa ne pensate? Fatemi sentire meno sola! Alla fine della fiera poi, i giudici peggiori siamo noi stesse… Non sarebbe bello stamparci sul costume un bel: ‘E sti cazzi?’ e crederci davvero?

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