a spasso per Valencia con un ninja

Valencia è una città perfetta da visitare coi bambini e questa è la nostra esperienza di viaggio

Questo è stato il nostro primo viaggio all’estero in 3 (beh, 3 e mezzo) se si escludono le puntate in Austria a funghi con i suoceri, quindi le mie aspettative erano parecchio alte. La meta è stata scelta primariamente perchè offre moltissimo per i bambini. Ammiro molto chi sceglie mete di altro genere ma conosco mio figlio: non mai stato il tipo di bambino che si addormenta sul passeggino mentre i genitori guardano in pace il museo – anzi, il passeggino dall’anno e mezzo è stato totalmente abolito con tutto ciò che ne consegue! E’ piuttosto quel genere di ninja che ha bisogno di libertà di movimento e che l’attenzione venga catturata in modo costante, altrimenti… Peggio per noi!

La cosa buffa è che tante volte ti fai delle aspettative e ci rimani male, mentre quando prevedi che l’attività sarà burrascosa fila tutto liscissimo… Ad ogni modo questo è il nostro racconto di Valencia e spero che possa essere utile ad altri genitori che stanno programmando le prossime vacanze! In aereo Matteo è stato piuttosto bravo, mi ero portata dietro alcuni libri e un paio di giornalini di quelli che si trovano in edicola con varie attività da fare insieme tipo quello de La Pimpa o il Focus per piccoli. Tralasciamo il fatto che abbia deciso di fare la cacca (fortuna aveva le mutandine assorbenti) facendo morire quelli davanti per la puzza e me per la vergogna -_-

Eravamo indecisi tra hotel o appartamento ma alla fine abbiamo optato per la prima soluzione. Hostal Venecia è un due stelle che potrebbe tranquillamente averne 3. La posizione è centralissima ma avendo scelto una stanza che dava sullo spazio interno, la notte non sentivamo volare una mosca. Spazioso, pulitissimo e con una buona colazione. Posso solo che consigliarvelo per il rapporto qualità-prezzo.

La prima meta è stata il famoso Museo Oceanografico, ovvero il più grande acquario d’Europa. Inutile dire che eravamo gasatissimi ma Matteo non è decisamente rimasto colpito: abbiamo scoperto che vedere gli animali al chiuso non gli piace, infatti l’unica parte che ha veramente apprezzato è stata quella all’aperto. Ad ogni modo è un’esperienza bellissima e i bambini un pochino più grandi se la godranno al massimo. La parte più caratteristica è data dai tunnel pieni di pesci che ti fanno vivere l’esperienza di essere sul fondo del mare (il ninja ha apprezzato soprattutto i cordoni che dividevano il flusso di persone di andata dal flusso ritorno :-/).

L’Oceanografico è situato all’interno del complesso della Città delle Arti e delle Scienze progettata dall’architetto Calatrava: una delle opere architettoniche più spettacolari che abbia mai visto. Un inno all’architettura bello anche solo per camminarci dentro. Lì si trova anche il Museo della Scienza Principe Felipe: una struttura meravigliosa a forma di scheletro di balena che accoglie il museo interattivo più grande d’Europa. Tutto si può toccare e suonava perfetto per il ninja. Infatti, sebbene l’età per goderselo al massimo sia dai 6 anni in su, gli è piaciuto moltissimo e abbiamo dovuto portarlo via con la forza. Naturalmente non capiva quasi niente degli strani esperimenti proposti in ogni stanza, ma il fatto di poter toccare, tirare, spostare e vedere robe luminose accendersi l’ha galvanizzato. Meravigliosa la parte dedicata ai più piccoli con la riproduzione di un cantiere con annesse attività, diversi animali e una vasca dove poter giocare con acqua e mulinelli in tranquillità grazie ai grembiuli cerati (la vasca ha rappresentato senza dubbio l’apice di godimento dell’intera vacanza XD ).

Se andate a Valencia con dei bambini non potete perdervi il Bioparco, la cui peculiarità principale è quella di preservare e curare l’habitat degli animali per far scoprire al visitatore come le specie si comportano quando l’ambiente nel quale vivono possiede certe caratteristiche. Matteo ha passato l’intero viaggio per arrivarci gnolandosi al suono di: ‘Non voglio andare al bioparco’ come se lo stessimo portando in banca e compilare documenti; va da sé che ho dovuto inspirare ed espirare rumorosamente per cercare di non urlare come una pazza in mezzo alla strada.

Morale: il bioparco è stato un successo. In fondo a quale bambino non piacerebbe vedere da vicino elefanti e giraffe? Nel finale poi abbiamo trovato pure l’area giochi quindi la mattinata si è conclusa coi fuochi d’artificio e un bimbo molto stanco.

L’ultimo giorno abbiamo preso il bus a due piani di cui quello sopra scoperto, alias la cosa più turistica del mondo, per arrivare sul mare godendoci la città e ascoltando un po’ di nozioni. Fortunatamente tempo 5 minuti il ninja è crollato e abbiamo dovuto svegliarlo quando siamo giunti a destinazione. Le spiagge di Valencia sono molto grandi e c’è un’atmosfera decisamente rilassante. In un clima super primaverile, ci siamo fermati a pranzare sul lungomare, gustandoci una paella spettacolare e finalmente un po’ di relax. Poi un giro in spiaggia e – ma và – giochi. Alla fine del lungo mare quando si gira per tornare verso il centro c’è un parco giochi meraviglioso con tanto di una sorta di mini zip-line e anche lì è stata dura riuscire a portare via il nostro baldo giovane.

Se come me avete figli con molta energia da spendere, vi consiglio caldamente un salto da Gulliver. Si tratta di una statua enorme che riproduce Gulliver sdraiato a terra e l’intera struttura è totalmente scalabile, compresa di corde, gradini e scivoloni. Nel nostro caso ha dovuto immolarsi anche il papà perchè per un bambino di neanche 4 anni è pericoloso andare da solo, non per niente gli scalatori andavano dai 3 ai 30 e passa anni! Bello anche il contesto nel quale si trova questa attrazione, ovvero i giardini del Turia: un lunghissimo parco tenuto benissimo, con una vegetazione stupenda, adagiato nel letto dell’ex omonimo fiume il cui corso è stato deviato fuori dalla città visti i danni ingenti che ha provocato negli anni. Il Turia culmina poi nella Città delle Arti e delle Scienze.

Valencia è una cittadina esteticamente bellissima grazie al suo mix di stili architettonici, con molto verde, tante attrazioni (naturalmente ce ne sono ulteriori che noi non abbiamo potuto vedere) per la famiglia e, volendo, girabile quasi del tutto in bici, infatti troverete diversi punti di noleggio che forniscono anche il seggiolino per i piccoli con tanto di caschetto e luci per la sera. Noi siamo stati super contenti del nostro viaggetto e la Spagna si riconferma un Paese che merita molte visite.

Weekend lungo con la family

Per il ponte del 2 giugno abbiamo fatto la nostra prima mini vacanza tutti e tre, mancava solo il peloso che abbiamo preferito lasciare dai nonni.

Inutile dirvi che con un neonato non si parte propriamente leggeri vero? Cioè del tipo che probabilmente Madonna quando parte per un tour mondiale si porta meno roba. E se ha fame? Baseranno questi 750 vasetti e pastine? E se ha freddo?  E quanti pannolini? E le creme? E i saponi? E due(cento) giochini vuoi non portarli? Poi passeggino, seggiolino da tavolo e grazie a Dio in entrambe le strutture c’erano i lettini da campeggio (ma un lenzuolo vuoi non prenderlo che non si sa mai?).

Alla fine posso dirvi che i vestiti li ho pressoché sfruttati tutti, idem le pappe e i pannolini (ne è avanzato qualcuno ma davvero meglio abbondare). Insomma a dire il vero il dramma è che serve quasi tutto… Aggiungo che a mio parere è sempre meglio portare una felpa in più perché anche se ci aspettiamo il caldo non si sa mai. E infatti a Lucca e dintorni tanto caldo non era, c’era vento e la notte in piena campagna il pigiama leggero che avevo preso non andava bene e così ho ripiegato su panta della tuta, body canotta, tshirt e felpa ( eh sì perché il marito, dopo averglielo detto 4 volte, sì è dimenticato il sacco nanna su divano e mica vi credete che un vero ninja tolleri le coperte?!). Un CONSIGLIO mi sento di darvi: portatevi una lucina da muro, che in piena notte puntare l’I-torcia sul vostro bambino non è il massimo della vita vi assicuro. Può sembrare banale ma per me è utile e per i prossimi spostamenti lo terrò a mente.

Comunque, siamo partiti in stile famiglia Fantozzi per dirigerci a Montecarlo… No, non Francia, provincia di Lucca come dicevo. Un paesino medievale con una rocca bellissima, circondato da quei paesaggi tipici della toscani. Lì abbiamo dormito all’agriturismo Montecarlo Belvedere, e in effetti è proprio un bel vedere, un relax totale. Naturalmente abbiamo girato per Lucca che non avevamo visto e devo dire che non ha deluso le aspettative! La sera abbiamo cenato nel ristorante di un’amica, l’Osteria del vento, e passeggiato per le stradine del paese leggermente brilli e un po’ provati. 

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La mattina successiva abbiamo deciso di piantarci qualche ora in piscina e devo dire che ho capito una cosa: con i bimbi piccoli, se realmente si vuole provare a rilassarsi, meglio non programmare più di tanto ma dedicare tempo a loro senza liste di cose da fare e vedere. Naturalmente questo non è propriamente il mio stile visto che cerco sempre di fare più cose possibili quando sono in un posto nuovo ma, se non lo sapete, i poppanti non colgono la sottile ma significativa differenza tra giornata normale e giornata in vacanza, né sono lontanamente ispirati dal mood vacanziero… Tanto per dire, dopo la prima notte ci siamo alzati e andati a fare colazione (buonissima tra l’altro) e al rientro in camera quelli della stanza di fronte si accingevano a scendere a loro volta per fare colazione: sorridenti, rilassati, ABBRONZATI. Io: leggins, tshirt, pallida come un latticino e grazieadioavevoilcopriocchiaie. Ma non ci siamo fatti scoraggiare, così ho indossato il mio costume intero stile anni ’50 preso su Yoox, mi sono spalmata litri di 50 e mi sono diretta baldanzosa in piscina. Quel santo di mio marito è rimasto un’oretta all’ombra col ninja dormiente in carrozzina e io mi sono appiattita stile stella marina sulla sdraio, godendo finalmente del sole, della brezza e del silenzio. Potevo quasi sembrare una qualunque senza figli… Peccato sotto di me il telo della Peppa Pig.

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Alla fine comunque è stato davvero bello passare del tempo tutti e tre insieme e Matteo si è comportato piuttosto bene anche se la notte ha risentito dei letti diversi e del cambio di location. Il pomeriggio siamo andati a trovare Martina – alias The Mathy’s Vintage Garden su Instagram – nella sua casa adorabile in mezzo al bosco. Lei e il suo quasi marito Valerio ci hanno accolto come se ci conoscessimo da anni confermando il fatto che sul web si possono incontrare persone fantastiche. Sul prato abbiamo mangiato una super cheese cake con fragole di bosco direttamente dal loro orto, mentre il ninja seduto sull’erba giocherellava tranquillo. Non ho resistito e ho fatto qualche scatto alla sua casa della quale mi ero già innamorata dalle fotografie. Piccola, curatissima, originale e piena di dettagli insoliti e pezzi di recupero: Martina ha un gusto eccezionale!

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L’ultimo giorno l’abbiamo passato in una Firenze un po’ troppo calda e caotica, sebbene sempre bella, per poi cenare con una cara amica e il suo compagno e dormire al Valdirose in una camera stupenda con vista sulla città. La gentilezza di Irene (la proprietaria) è un quid aggiunto a un posto già di per sé idilliaco sia per la location al di fuori del caos di Firenze, sia per i dettagli pieni di gusto e amore coi quali è decorata. La colazione in veranda è qualcosa di magico e ancora ripenso a quella marmellata di fichi fatta in casa coi frutti del loro albero… Yummy!

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Alla prossima!