#IlParcoGiochi

L’ho sempre detto che amo stare all’aria aperta e infatti col ninja ho sempre applicato la stessa filosofia: se non piove, si esce. Che sia nuvoloso o soleggiato, caldo o freddo, mettiamo comunque il naso fuori di casa.

Mio figlio – come molti altri bambini – ha sviluppato una passione viscerale per il parco. Ovviamente parliamo di parco giochi. Adoro portarlo ai giochi quando l’autunno ricopre tutto di foglie colorate oppure quando l’inverno inizia a scaldarsi un pochino, in quelle stupende giornate di sole col cielo azzurro limpido all’ennesima.

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Succede però un fatto: complice la primavera inoltrata e il fatto che il mio quartiere sia molto densamente popolato, quei giardinetti solitari dove passiamo tanti bei momenti si trasformano in carnai ripieni di urla, pianti e delirio più totale.

Il ninja – noto per la sua proverbiale pazienza – adora aspettare il proprio turno per poter salire su ogni singolo gioco e attende pazientemente in fila. Ma anche no. Inoltre pare che la sua passione più grande sia il ‘bird catching‘ (che è un po’ il contrario del ‘bird watching’), ovvero quella pratica che consiste nel cacciare come un puma ogni specie dotata di becco e ali che ardisce passare nel raggio di 100 mt da dove si trova lui.

Se vedete una madre correre da una parte all’altra del parco non stop, quella sono io. Perché il problema in quel girone infernale, è la possibilità concreta di perdere di vista il treenne in un tempo più breve di quanto voi non ci mettiate a pronunciare la parola: ‘Emù’. Per cui aggiorno: se vedete una madre correre da una parte all’altra del parco non stop, dietro a un bipede vestito in colori fluo di immediato riconoscimento, quella sono io.

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Sicuramente chi odia il parco giochi più di me in questa stagione, è Maki il cane. Soprannominato anche ‘Capitan Coraggio’, ama particolarmente la fauna bambinesca e lo schiamazzo in generale. Se provo a legarlo da una parte, puntualmente lo ritrovo attorniato da manine frementi per accarezzarlo, e lui tremante come una foglia con lo sguardo di chi vorrebbe lanciarsi da un aereo in volo. Se invece lo tengo a guinzaglio, è costretto a seguirmi nei miei percorsi insensati mentre rincorro il ninja-cacciatore (il quale, dimenticavo, si distingue per il suo tentativo di spaventare i piccioni urlando loro un potente: ‘Chei-Chei!’).

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La morale è questa: se vedete una madre che attraversa la città in barba al traffico, o si dirige a 15 km in provincia fuori da casa sua, alla ricerca di parchi isolati e popolati da 2 bambini massimo, quella sono io.

Sopravvivenza mamma: cosa ci ha salvato il sistema nervoso part. 2

Ed eccoci giunti alla seconda puntata che tratta dei trucchetti ed escamotage che voi colleghe mamme avete voluto condividere col mondo intero (o quanto meno con quella fetta di mondo che legge il blog :-P). La prima puntata la potete leggere qui.

Erika, che oltre che una bravissima artigiana è anche un’amica, racconta di qualcosa di molto speciale che le è utilissimo tutt’ora visto che da poco tempo ha avuto un’altra bambina:

‘E’ una collana massaggiagengive made in Usa. La mamma la indossa e il piccolo la smangiucchia, in questo modo non si agrappa più ai capelli o agli orecchini della mamma e soprattutto d’estate non ti tira giù la maglietta intanto che stai parlando con qualcuno e ti ritrovi a mostrare il reggiseno anche se non vuoi!

Massaggiagengive-1200x800È una piccola novità che sto inserendo nel mio shop e che porteró a The craft Factory a Bologna.
La trovo un’ottima soluzione quando si è al ristorante o a fare un aperitivo con le amiche.. Se il pupo non ne vuole sapere di stare nel passeggino e lo devi prendere in braccio, almeno non ti denuda o ti rende calva (come sta facendo Tessa con me a forza di aggrapparsi ai miei capelli!).’

Erika potete trovarla qui: ighirigori.it

Ilaria @lilaroses1982 invece condivide con noi più di un trucchetto:

Mia figlia si chiama Bianca, ha cinque mesi e sono indubbiamente due le cose che adora fare e che hanno il potere di calmarla quando fa il verso del motorino (ovvero un continuo “mmmmhhh” quando qualcosa non è di suo gradimento):
– smanazzare dentro al cestino delle mollette da bucato che solitamente è appeso allo stendino. Passiamo dei buoni quarti d’ora con lei seduta sul fasciatoio a tirare ciappini in giro e io che con una mano reggo lei e con l’altra cerco di evitare che finiscano tutti sotto al suddetto fasciatoio. Ovviamente le mollette vengono assaggiate e leccate una per una, casomai a colore diverso corrispondesse gusto diverso…

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– suonare il pianoforte sul cornicione interno della finestra, ovvero tamburellare sul vetro e sulla cornice bella spessa della finestra della sala, con una gioia così evidente da lanciare gridolini a tutto spiano. Il vetro è perennemente tappezzato dalle impronte lasciate dalle sue piccole dita cicciotte tutte sbavate ma ammetto che questa cosa un po mi scioglie (e non ho problemi a dirti che del lavaggio vetri si occupa una signora che mi aiuta da quando è nata Bianca, santa lei! Forse quando ricomincerò a lavarli io cambierò stato d’animo!)

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Passiamo adesso ad un’idea che condivido appieno e che vorrei provare ad applicare visto che il ninja attenta continuamente ai miei prodotti. E’ un suggerimento di Maria Vittoria @emmeviloves:

‘Per evitare che i bimbi tocchino di tutto in bagno, ho riempito un’antina del mobiletto del lavandino solo con cose loro o che comunque possono prendere: spazzolina, pennello, trucchi finiti, creme terminate ecc. Loro sapevano che possono toccare solo quella zona, il resto NO. Ora che sono più grandi, Olivia ha un beauty tutto suo sempre con prodotti terminati o di poco di valore. Giocano solo con quello senza spingersi oltre.’

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Maria Vittoria la potete trovare col suo fantastico shop qui: www.emmeviloves.co.uk

Ci vediamo alla prossima con le ultime 3 mamme!