E’ ufficialmente iniziata la stagione della cipolla.
No, non del mangiarla, ma del noto ‘vestirsi a cipolla’.
Quante volte durante la mia infanzia mi sono sentita raccomandare dai miei genitori: ‘Mi raccomando! Vestiti a cipolla!’.
All’epoca sbuffavo, ma ho capito negli anni che è un’ottima tecnica di sopravvivenza a patto che si sappia comporre gli strati con la stessa maestria che usa un pasticcere nel creare una Rainbow Cake.
Quando poi hai dei figli sotto gli 8/10 anni, diventa vitale vestire loro a cipolla.
E’ iniziata la stagione che – se bagli uno strato – sei fregata.
Visualizza la scena: sei al parchetto, c’è un sole fantastico, perché è quel periodo dell’anno nel quale stare sotto i raggi non fa l’effetto sauna 40 gradi ma, al contrario, ti fa sentire coccolata e immersa nel tepore.
Tuo figlio (ca va sans dire) sta correndo come un dannato e ovviamente ti chiede di togliere la giacca.
Sotto ha la maglia e la felpa.
Quale felpa? Spero per te non troppo pesante, o ti chiederà di togliere anche quella.
E quando finalmente si scarica la pila (o quantomeno rallenta) ecco che te lo trovi in un bagno di sudore.
Nel frattempo sì è alzata l’arietta.
Ma occhio, non è quell’arietta estiva che si alza verso sera e che, personalmente, penso sia una delle ragioni per cui vale la pena vivere.
No. E’ l’arietta infida, freddina, accompagnata da una botta d’umido che ti penetra nelle ossa.
E allora che fai? Rimettigli la giacca.
Spero per te che non sia troppo pesante, o protesterà (e suderà come un maiale).E la cuffia? Ma sì, ha i capelli fradici, gliela metto. Cavolo è troppo pesante! Nella fretta non avrai preso quella doppio strato di pile?
Questa è la stagione che se sbagli uno strato, il weekend stai a casa.
In mezzo ai fazzoletti, la tachipirina e l’aerosol.
E la cipolla a quel punto la tagli per fare il sugo della pasta, e puoi giurarci che mentre separerai gli strati, ti guarderà sogghignando.