La quarantena è fattibile. Ma anche no.

Strategie anti-noia per la clausura forzata da coronavirus? No grazie, noi mamme con bambini piccoli non ne abbiamo proprio bisogno

Vorrei, credetemi, vorrei leggere quei libri che ho nella lista da tempo.⁣
Sperimentare nuove ricette.⁣
Sistemare i cappotti, pulire gli angoli di casa che vengono sempre tralasciati.⁣
E soprattutto, vorrei dedicare del tempo alla formazione, che sarebbe bello non doverla sempre inserire nei ritagli o quando ti si incrociano gli occhi dalla stanchezza.⁣

Vorrei fare questo e altro durante la clausura forzata ma ops, ho due figli piccoli!⁣

E li amo più di qualunque altra cosa al mondo. Lasciatemelo peró dire, anzi, urlare: la ‘quarantena’ con i bambini è dura oltre ogni immaginazione.

E lo so che ci sono le guerre e la gente non è sicura nemmeno in casa propria, lo so che abbiamo un terrazzo e un giardino dove poter andare anche se non è nostro. C’è sempre chi sta peggio. ⁣

Ma lasciatemi sfogare un po’ a nome mio e di tutte quelle mamme che ieri mi hanno scritto, chiedendomi scusa per lo sfogo.⁣
Abbiamo maledettamente bisogno di essere umane!⁣


Abbiamo il diritto di alzare gli occhi al cielo di fronte ai suggerimenti antinoia (e chi ha tempo di annoiarsi??) e dire che lavorare è l’unica attività che ci fa fermare per un po’ le preoccupazioni.⁣
Abbiamo diritto di non aver voglia di fare più nessun cavolo di lavoretto dopo settimane e settimane che ci inventiamo espedienti per far suonare le giornate divertenti.⁣
Abbiamo diritto di sveglirci la mattina già stanche e usare le poche energie per essere la migliore versione della madre esaurita che possiamo.⁣
Possiamo anche ridere a crepapelle in quei rari momenti in cui sembra semplicemente una domenica mattina qualunque, tra una coccola e ‘un due tre stella’.⁣

Ce la faremo certo. Prima o poi passerà. Ma intanto lasciateci trovare un modo per andare avanti (e scusate se ogni tanto scappa un vaffa).

 

O è San Valentino tutti i giorni, o non è San Valentino mai

Il mese scorso abbiamo avuto l’occasione di cenare insieme da soli, mio marito ed io.

Alcune coppie ne hanno parecchie di queste occasioni, noi francamente no. Riceviamo aiuto durante il giorno, quando siamo impegnati nel lavoro o in qualche faccenda particolare, ma di sera nessuno si offre e noi chiediamo raramente.

Capitando così di rado, nutrivo grosse aspettative per la serata.

No, non parlo di tacco 12 e Champagne, ma di quelle scene un po’ famiglia del Mulino Bianco.

Sai, quelle che si vedono sui social: genitori che smettono per qualche ora di esserlo e si tramutano in una coppia affiatata. Il sorriso smagliante, le mani intrecciate e lo sguardo rivolto verso la luna (che era bellissima e piena, manco a farlo apposta).

E invece lui è un po’ assente. Sorride ma non ride davvero. E mi racconta di essere un po’ preoccupato.

Da lì un fiume di parole, su questioni che non c’entrano con noi due o con la famiglia, ma altrettanto importanti.

Lui non è il tipo di persona che chiameresti ‘libro aperto’ e alcune volte, nonostante il suo viso comunichi tante cose, la bocca rimane serrata: semplicemente non è il momento e non parlerà, nonostante i tentativi da parte mia.

Allora mi è venuta in mente quella frase di Carrie in un episodio di Sex And The City (quello nel quale frequentava Bergen, lo scrittore): ‘C’è una legge molto elementare che regola i rapporti: quando il tuo uomo è giù, tu devi essere su’. Per dovere di femminista mi permetto di aggiungere: e viceversa.

Comunque è esattamente quello che ho fatto. Via il Mulino Bianco, via il mio ego: ho ascoltato e offerto la mia spalla. Niente ballo sotto la luna o ti amo appassionati.

Abbiamo camminato, mano nella mano, parlando.

Perché amarsi è anche questo. Mettere da parte le tue egoistiche aspettative del momento e accettare invece la realtà di quella giornata. Quello era il momento di ascoltare, di esserci.

Tra qualche decade ci sarà un’altra cena e magari andrà diversamente. Così non fosse, le scene da commedia americana avvengono anche in tanti momenti rubati, quando non hai alcuna aspettativa. Quando condividi mezz’ora con lui senza bambini. Quando vai a letto e lo trovi sveglio che ti aspetta. Quando sei in macchina e i piccoli dormono, o quando ti stai preparando per uscire e ti dice: ‘Sei bellissima’.

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Venerdì scorso Leonardo ha preso una brutta mani bocca piedi. L’aveva già avuta ma questa volta è stata aggressiva e gli ha provocato molto dolore in bocca. Per 3 notti non ha praticamente chiuso occhio e mio marito se le è fatte tutte e tre. Senza battere ciglio.

Domenica mattina ha portato fuori il cane ed è tornato con uno striminzito rametto di mimosa, che sa che adoro. Lo deve aver preso dall’albero qua sotto.

Eccolo, ecco il vero romanticismo. Quello che non si vede sui social. Quando, nonostante abbia due occhiaie che toccano i talloni, gli viene in mente di portarti un fiore.

colonna sonora del post: L.O.V.E. cantata da Frank Sinatra

san valentino con bambini piccoli