Per noi sarà diverso

Una frase che la donna si ripete come un mantra di fronte ai racconti del terrore che le vengono propinati quando aspetta un bambino, primo, secondo o terzo che sia

Alzi la mano a chi di voi non è mai capitato durante la prima gravidanza di sentirsi dire frasi che iniziano con:”Eh, fai questo adesso perchè poi…”

Non credo nella solidarietà femminile, credo semmai nella solidarietà tra persone indipendente dal sesso, perchè di fatto mi sembra che ci sia un sottile gioco sadico che circola tra le madri. Si chiama gioco del terrorismo psicologico. Come dicevo è sottile, possono sembrare semplici racconti o piccoli consigli, ma celano un messaggio subliminale molto forte che ha il solo scopo di creare stati d’ansia nella futura madre.

In prima linea stanno i racconti sul parto. Per carità, non che si giusto parlare di unicorni che compaiono durante il travaglio e ti cospargono con polvere di fata ma ho come l’impressione che spesso le narrazioni del parto siano volutamente condite da dettagli truci per provocare – con una vena di sadismo – terrore puro nella poveretta col pancione. Semmai sarebbe più corretto porre l’attenzione sì sugli aspetti ‘splatter’ dell’esperienza – innegabili – ma anche e soprattutto su quelli positivi; perchè ok che alcuni parti sono una vera Odissea ma tanti altri rientrano nella cosiddetta normalità e quindi non si capisce perchè la parte che sottolinea l’enorme forza femminile, la potenza del corpo umano, la consapevolezza di stare comunque vivendo un’esperienza unica e la gioia di mettere al mondo il proprio bambino venga volutamente tralasciata o accennata appena. Io sono la prima che in compagnia fa battute sul dolore del parto perchè ehi, non è una passeggiata di salute, ma non manco di sottolineare che è stata nonostante tutto una bella esperienza, anche in quei momenti nei quali avrei sniffato cocaina pur di smettere di sentire male.

E poi c’è la maternità in generale. Le madri si divertono a lanciare anatemi sul tuo futuro da neomamma. Le frasi che più mi hanno mandato in bestia sono due: “Eh dormi adesso che sei incinta che poi…” insieme a: “Sì prenditi cura di te stessa finché puoi”

Cioè a parte che farsi delle colossali e soddisfacenti dormite quando la panza raggiunge volumi consistenti è una mera utopia, e poi mi chiedo come mai alcune donne si dimentichino totalmente di considerare tutte le variabili che stanno dietro alle situazioni delle altre madri. Ma che ne sai di che tipo di bambino avrà la tua amica, di quanti e quali aiuti abbia, di quale sia il suo grado di resistenza alla stanchezza e il suo modo di prendere le cose. Inoltre, chi è madre sa benissimo che quando sei in gioco, giochi. E la cosa diventa quasi automatica, la vita cambia e si plasma sulla nuova situazione e dopo lo sconvolgimento iniziale tutto quadra sui nuovi binari. Non credo sia giusto né utile porre ansie inutili prima del tempo. Che poi io ne conosco di mamme che si sono trovate neonati che già tiravano 6 di fila. E io vi dirò che non ho mai saltato una doccia né mi sono vestita con una maglia spaiata ai pantaloni. Poi certo che ci sono momenti di sconforto nei quali quasi ti chiedi chi te l’abbia fatto fare ma anche lì trovo un gioco sadico dover sempre enfatizzare solo gli aspetti no.

Infine ci sono io, che aspetto il mio secondo bambino, e che ogni tanto (per fortuna meno del primo giro) mi ritrovo coi commenti incoraggianti di madri bis che vogliono far sapere a tutte quanto sia terrorizzante il fatto di passare da uno a due.

“Se ti lamenti della stanchezza adesso vedrai con due!”

“Eh pensa poi a fare questa cosa con due!”

“Preparati perchè poi…”

Ecco ho una breaking news per voi, conosco mamme di tre che si destreggiano col sorriso nella vita di tutti i giorni. Che hanno momenti no come tutte noi ma che comunque non sono sull’orlo di una crisi di nervi e – per la maggior parte del tempo – non presentano occhiaie da panda.

Poi certo, ci sei tu che hai tuo figlio che non dorme da due anni, tu che hai tuo figlio che non mangia niente, il tuo che fa scenate in ogni dove, il tuo che non dà retta, il tuo che mena il fratellino… Io vi dico, lasciateci pensare che per noi sarà diverso. Perchè è così che facciamo tutte no? Di fronte ai più svariati racconti neri, ci diciamo che per noi sarà diverso.

E lo sarà, anche se non sappiamo diverso come.

Concepimento a sorpresa

Mamma bis, ma come è successo?

Mi avete inondato di affetto alla notizia che siamo nuovamente incinti e vi voglio ringraziare davvero dal profondo. Come dicevo nelle stories di Ig non bombarderò sulla gravidanza a ogni singola foto o post ma sicuramente ci saranno riflessioni da condividere e racconti da fare… Tipo questo.

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A maggio 2017 ho perso un bambino. Ero alla fine del secondo mese ed era stato cercato, perchè dopo mesi di tormento sul: ‘Voglio rifarlo o no?’ una mattina – semplicemente – mi sono alzata scarica di pensieri e soprattutto di paure e ho deciso che sì, volevo avere un altro bambino.

Potrà sembrare esagerato a chi ne ha già due o magari 3 o quattro, ma sapete, non sono mai stata una di quelle che sognava la famiglia numerosa e a 20 anni non avrei mai scommesso che mi sarebbe venuta voglia di fare più di un bambino. Dicevo, ho perso il mio piccolo e ho affrontato la cosa nel mio modo abituale: razionalizzando. Avevo già un figlio, conoscevo storie terribili di aborti in mesi avanzati, conoscevo donne che provavano da tempo a cercare una gravidanza senza successo, e io non avevo il diritto di disperarmi oltremodo. Quindi mi sono data 2 giorni per piangere da sola e poi ho voltato pagina, perchè grazie al cielo ho tanti motivi per essere serena.

Però, come spesso accade, anche quando affrontiamo in modo soddisfacente una situazione difficile, le esperienze lasciano un segno. E infatti quando dico che ho voltato pagina, intendo proprio letteralmente. Sì perchè mi sono resa conto che involontariamente avevo messo la mia vita in un piccolo stand by in attesa del secondo bambino, come se avesse avuto un senso iniziare a fare una serie di esperienze solo dopo aver nuovamente partorito. Non solo quindi ho ripreso in mano le redini delle mie giornate e dei miei progetti senza preoccuparmi del: ‘E se inizio questa cosa e poi rimango incinta come si fa?’, ma ho anche attraversato una fase che mi ha portato a non dare per scontato il mio corpo. E’ difficile da spiegare e anche un po’ intimo quindi non approfondirò, però mi sono buttata nello studio dell’alimentazione. Non per dimagrire intendiamoci ma perché avevo bisogno di sentire che stavo dando il massimo a quella macchina che in un certo senso mi aveva tradita (sebbene sappia benissimo che l’aborto spontaneo nel primo trimestre ha cause del tutto naturali che nella maggior parte dei casi nulla ha a che vedere col corpo della madre o lo stile di vita).

Ho approfondito tematiche che mi interessavano già da tempo per capire quale sia la strada che – unita ad altri fattori non ultima la fortuna – ci porterà a invecchiare in modo sano e possibilmente molto lento. Quindi la mia piccola grande rivoluzione mi ha portato a tanti cambiamenti in cucina, ad aumentare lo sport e a fare nuovi progetti lavorativi. Nel frattempo stavamo nuovamente cercando di rimanere incinti. Fino a che con l’inserimento alla materna il ninja ha passato un periodo terribile notturno che ci ha travolto all’improvviso lasciandoci stanchi e stressati, oltre che dispiaciuti. E’ stato per quello e per altre necessità pratiche che abbiamo deciso di smettere di cercare e aspettare un anno per poi valutare se riprendere o meno il discorso.

Sì, abbiamo deciso un giorno troppo tardi.

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Un solo rapporto casuale post ciclo e il destino ha deciso che questo bambino voleva proprio immettersi in strada. Alla faccia delle inutili maratone precedenti 😛

Il punto di questo racconto, oltre a farvi un po’ ridere per la fatalità della cosa, è che per la prima volta ho toccato con mano il significato del termine: ‘resilienza’, ovvero ‘di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà’. In un certo senso ringrazio tutti i giorni questo bambino che non ha potuto nascere perchè mi ha dato veramente tanto, e forse se questa cosa non fosse mai successa non avrei scoperto quello che so ora né toccato con mano come un evento in apparenza negativo possa avere una sua ragione – a lungo termine – positiva.

Spero di non mancare di rispetto a chi ha vissuto questo trauma magari una o molte volte. Nè tantomeno a tutte quelle persone che desiderano con tutte le forze la maternità ma non riescono a rimanere incinta. Ho deciso di condividere quest’esperienza – se vogliamo discretamente intima – per dimostrare come possiamo essere forti noi donne e come la vita sappia quello che fa, a volte meglio di noi. Tanto che se prima mi ero fissata sul secondo figlio, dopo la perdita ho capito che sarei sopravvissuta anche senza e che, in fondo, non ero io a decidere veramente, quindi non avrei potuto che stare al gioco.